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Grillo adesso sente aria di diaspora

La sconfitta sul finanziamento pubblico ai partiti innervosisce Beppe. E continua l'emorragia di voti: -5,8%

Grillo adesso sente aria di diaspora


Come ogni santo giorno, arriva puntuale il sermone di Beppe Grillo. Ieri sul suo blog ha partorito il titolo «Ccà nisciuno è fesso», dove il leader del M5S ha tentato di spegnere l'incendio da lui stesso appiccato all'interno del movimento, a seguito dei veleni contro Stefano Rodotà. Senza accorgersi, però, di tenere in mano una tanica di benzina.
Dal pianeta Grillo sul quale vive, crede che averlo chiamato «ottuagenario miracolato dalla Rete» o «sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato» non siano offese, visto che quelle parole le aveva usate «lui stesso in una telefonata con me». Quindi, tutto risolto. «Rodotà appartiene alla sinistra, è stato presidente del Pds, poi messo in un angolo come un ferrovecchio dall'attuale dirigenza pdmenoellina che, a presidenziali aperte, non ha ritenuto di fargli neppure una telefonata, ma anzi gli ha chiesto il ritiro della candidatura attraverso sua figlia».
Per Grillo però c'è un «piccolo aspetto umano» da considerare. «Certo in politica non c'è riconoscenza, né me l'aspetto, ma se Rodotà aveva delle critiche da farmi forse poteva alzare il telefono, lo avrei ascoltato. Invece ha scelto il Corriere della Sera per una critica a tutto campo». Insomma, colpa dell'ottuagenario. E rincara: «Non posso assistere impassibile alla costruzione di un polo di sinistra che ha come obiettivo la divisione del M5S», in cui Rodotà «si è posto come punto di riferimento. Il M5S non è nato per diventare il Soccorso Rosso... è del tutto indifferente alle sirene della sinistra e della destra».
Ma la predica quotidiana non è servita a calmare le anime scontente. Dopo che l'epurato siciliano Venturino ha annunciato la fondazione del partito dei malpancisti a cinque stelle, ieri l'altro espulso Giovanni Favia gli ha dato di «sclerato», e la senatrice M5S, Paola Nugnes ha ammesso a La Zanzara che «su Rodotà non mi è piaciuto». E il cittadino Tommaso Currò ribadisce che «senza confronto il progetto del M5S è destinato a fallire e chi non lo ha ancora capito è in malafede». L'emorragia di voti intanto non si arresta: secondo Tecnè, il Movimento Cinque Stelle registra una flessione del 5,8% rispetto alle Politiche.
Sarà per questo, o per la frase di Berlusconi che lo ha liquidato come «movimento destinato a sgonfiarsi» o per quella di Nico Stumpo, deputato Pd, che lo ha etichettato come «concezione padronale della politica», ma dopo lo sfogo mattutino sul blog e la capatina funebre da Franca Rame, Grillo ha sputato fiele sul ddl del governo che elimina il finanziamento pubblico ai partiti. Una twittatina per dire: «È una legge-truffa, una presa in giro per i cittadini».
E visto che le giornate sul pianeta Grillo durano più di 24 ore, dato che si trovava già a Milano, il comico ha partecipato al primo «addestramento» per parlamentari grillini, alla Casaleggio Associati, per istruirli sulle apparizioni televisive. «Non ci sarà un gruppo scelto di parlamentari per andare in tv», ha detto il capogruppo grillino al Senato, Vito Crimi. E Grillo, evitando i cronisti, ha detto: «Ci sarà un clima distensivo anche per voi». Manco a farlo apposta ieri sera al Tg La7, per la prima volta, un esponente M5S, Nicola Morra, si è scontrato con il senatore Pd Ugo Sposetti.
Ecco perché nessuno rimpiange più gli show di Grillo.

Fa troppo più ridere adesso.

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