Politica

Grillo attacca la stampa. E Favia lo sfida: "Io non lascio"

Il leader del M5S attacca la stampa e parlando dei giornalisti dice: "Vorremmo conoscerli più da vicino: i loro nomi, il loro curriculum, i loro pensieri. Vorremmo sapere qual è il loro stipendio, vogliamo intervistarli..."

Il comico Beppe Grillo
Il comico Beppe Grillo

Non gli è piaciuto come la stampa ha parlato dell’evento di domenica scorsa a Parma. E così Beppe Grillo si è scagliato, ancora una volta, contro i giornali e il mondo dell'informazione italiana tout court. Mondo che preferisce snobbare, preferendo per le sue interviste tv straniere.

Ma detto questo, lo sfogo e l'attacco del guru genovese sono subito comparsi sul blog del leader del MoVimento 5 stelle. Che si èesibito in una categorizzazione sciasciana dei giornalisti. "Con un’informazione libera l’Italia cambierebbe in 24 ore. I giornalisti italiani si suddividono in tre categorie: gli indipendenti (pochi, eroici e spesso emarginati), gli schiavi (tantissimi, sfruttati e
pagati 5/10/20 euro a pezzo) e i Grandi Trombettieri del Sistema, nominati in posizioni di comando dai partiti e dalle lobby (direttori di testata, caporedattori, grandi firme, intellettuali per meriti sul campo)",
scrive l'ex comico, polemizzando sulla copertura mediatica dell’evento di Parma.

"A Parma tecnici ed esperti hanno discusso per ore di inceneritori, dei danni alla salute, della loro assoluta inutilità, di rifiuti zero, dei tre miliardi di debiti di Iren, società quotata in Borsa e posseduta in maggioranza dai Comuni targati pdmenoelle. Nulla di tutto questo è stato riportato. La piazza vuota, semi vuota, quasi piena è stato l’unico argomento di interesse (in piazza della Pace erano presenti 3.000 persone e decine di migliaia erano collegate in streaming). Parlare d’altro per non parlar di niente", ha tuonato Grillo, aggiungendo che "il conflitto di interessi tra informazione e potere economico e politico è diventato insopportabile" e che "l'Italia è un’Isola dei Famosi, un reality show di sessanta milioni di persone che ascoltano favole, racconti fantastici in dosi così massicce e da così lungo tempo da aver trasformato il Paese in un gigantesco Truman Show in cui la verità è menzogna e la menzogna è verità".

Infine, il proprietario del logo del Movimento 5 Stelle ha concluso con una ironica (?) provocazione: "Intervistiamo i giornalisti che si presentano agli incontri pubblici e alla manifestazioni e pubblichiamo i video su Youtube. Lo faranno volentieri per salvaguardare il diritto all’informazione".

Intanto, il tema della democrazia interna, esploso con il fuorionda del consigliere regionale dell'Emilia-Romagna Giovanni Favia, continua a tenere banco. E proprio Favia, intervistato da Radio 24, è tornato sull'argomento. "Il tema non è Favia che pone dei problemi di democrazia, ma è che ci sono moltissime persone nel movimento che hanno voglia di capire come saranno queste dinamiche", ha dichiarato il consigliere, aggiungendo come "purtroppo si è alzato un muro da parte di Beppe Grillo e dello staff e non posso farci nulla, io continuo il mio lavoro in Regione con lo stesso impegno di prima".

Poi, Favia lancia una vera e propria sfida a Grillo: "Sotto un profilo politico, che io abbia o meno la fiducia di Beppe, non cambia in alcun modo il fatto che io possa portare avanti la bandiera del M5S e soprattutto la mia battaglia al servizio dei cittadini in Regione. Beppe Grillo è padrone del logo, ma non è padrone del movimento. Il movimento l’abbiamo creato mattone su mattone sul territorio, io sono stato eletto da una lista civica. Nonostante Beppe Grillo mi indicò come candidato presidente, io feci comunque le primarie nella nostra regione. Sono stato scelto e votato dai cittadini e quindi rispetto il mio impegno con loro".

Al di là dei dissidi con Grillo, secondo Favia, la questione sono i tanti nel M5S che chiedono strumenti di democrazia interna a livello nazionale e che non vanno delusi perché "se noi sbagliamo le elezioni per il Parlamento, non ci sarà una seconda chiamata.

Come abbiamo aumentato i voti velocemente, così li possiamo perdere".

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