Roma - Dalla A di Agostini, Albanella, Amato, Amici, Amoddio, Antezza, Anzaldi, Arlotti e Ascani alla Z di Zampa e Zaratti. Beppe Grillo li ha messi in fila in base all'ordine alfabetico sul suo blog e gli ha messo l'etichetta: deputati abusivi. Sono i 150 signori e signore eletti a Montecitorio grazie al premio di maggioranza dichiarato incostituzionale dalla Consulta, tutti appartenenti alla coalizione che ha vinto per un soffio le elezioni di febbraio scorso: Pd più spiccioli di Sel, Cd e Svp. Tra di loro anche pezzi quasi grossi: presidenti e vicepresidenti di commissioni, segretari di uffici e giunte. E nomi di un certo rilievo: Miss Pd Maria Elena Boschi, Roberto Giachetti, Ivan Scalfarotto, Bruno Tabacci, Ermete Realacci, le giovani rampanti Giuditta Pini e Pina Picierno, il vecchio leone Walter Verini. «Questi signori - scrive Grillo - non devono più entrare in Parlamento: non hanno alcuna legittimità popolare né istituzionale. Devono essere fermati all'ingresso di Montecitorio» perché «la loro elezione non è mai stata convalidata e, in seguito alla pronuncia della Consulta che dichiara incostituzionale il premio di maggioranza, non può più esserlo». Grazie a questa decadenza di massa «il governo di Capitan Findus Letta e di Napolitano non esiste più. Bisogna andare al voto al più presto».
Della stessa idea è anche Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, che già ha pronti i numeri della nuova Camera interamente proporzionale: «Con la redistribuzione dei seggi il centrodestra avrebbe in tutto solo due onorevoli in meno del centrosinistra, attestandosi a 190, e guadagnandone dunque 66 rispetto agli attuali 124. Allo stesso tempo il Pd passerebbe da 292 deputati a 166, Sel da 37 a 22, Centro democratico da 6 a 1, Svp da 5 a 3». Brunetta fa notare anche una situazione grottesca in cui viene a trovarsi la giunta per le elezioni della Camera, l'organo chiamato a convalidare la nomina dei deputati: «Su 30 membri della giunta - fa notare Brunetta - ben 10 sono diventati deputati grazie al premio di maggioranza, e dunque sono a rischio decadenza. In parole povere: più del 33 per cento dei componenti dell'organo è in palese conflitto d'interessi». Presidente della giunta è peraltro un grillino, Giuseppe D'Ambrosio. Che ammette: «Ho tutta la volontà di rispettare la sentenza della Corte Costituzionale» ma attende indicazioni proprio dalla Consulta. «Se mi dirà di sostituire quei deputati mi attiverò subito, anche se fossero già chiuse le convalide. Ma mi auguro che, in quel caso, la Corte mi dica anche come procedere nelle sostituzioni, dal momento che ha dichiarato illegittime anche le liste bloccate con cui sono stati eletti i parlamentari». E gli onorevoli abusivi? Walter Verini è certo: «Questo Parlamento, tutto, così come eletto è pienamente legittimo da un punto di vista tecnico-istituzionale». Semmai l'abusivo è Grillo, «ma abusivo in una democrazia.
Non si minacciano i giornalisti, altrimenti il passo successivo rischia di essere l'olio di ricino». L'altra «decadente» Anna Ascani: «Continuerò a entrare in Parlamento e a fare il mio lavoro. Se succedesse sarebbe un insulto ai cittadini».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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