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Grillo caccia i dissidenti. E i militanti non ci stanno

Non solo i consiglieri epurati, ma anche la comunità grillina si divide sulla scelta di Grillo

Grillo caccia i dissidenti. E i militanti non ci stanno

Cui prodest? Se la cacciata di Giovanni Favia e di Federica Salsi operata dal tandem Grillo-Casaleggio arrrecherà più danno o giovamento al MoVimento 5 Stelle lo si vedrà alle urne. Di sicuro, allo stato attuale, l'editto dell'ex comico genovese ha diviso la comunità grillina in due. Da una parte i sostenitori della scelta del loro leader, dall'altra quelli che gridano al golpe e che lamentano la mancanza di democrazia interna.

Basta leggere i commenti al post che comunicava l'espulsione dei due, scritto da Grillo sul suo blog, per capire come attivisti, simpatizzanti e militanti non siano tutti d'accordo. OItre a una serie, sicuramente maggioritaria, di opinioni che sposano la decisione del leader, c'è però anche una minoranza di persone che non si esime dal rimarcare la sua contrarietà.

"A giudicare dal provvedimento verso chi dissente e dai commenti di approvazione mi vengono in mente due brevissime citazioni di Ennio Flaiano : "Gli Italiani sono irrimedialbimente fatti per la dittatura ... sono un popolo fascista che si divide in fascisti e antifascisti"", scrive William. "Più riflessivo ma deciso Gabriele Scollo: "La Salsi è stata epurata perché è andata a Ballarò, programma che secondo Grillo distorce la realtà. Può benissimo darsi che sia vero, ma a questo punto mi chiedo perchè dovremmo fidarci di uno che prima parla di democrazia diretta e poi decide tutto lui e parla solo dal suo blog o da un palco senza che nessuno possa mai replicare o farlo ritornare sui suoi passi. Mi dispiace ma il mio voto l'avete perso".

"Questo è diventato il M5S? Da simpatizzante e iscritto della prima ora......Me ne tiro fuori", annuncia M. Moroni. "Ma non era meglio scrivere 2 righe sulle motivazioni???", si chiede Francesco Bruschi riferendosi alle tre righe di comunicato di espulsione scritte da Grillo. "Io ero uno di quelle persone stanche della politica e che si era posto sulla soglia di ingresso del movimento intravedendone l'importanza. dopo queste uscite penso che mi ritirerò indietro e alle prossime elezioni non parteciperò. Se questo è il comportamento del.... nuovo, non mi interessa", si lamenta stefanol.

Di commenti simili, se non peggiori, ce ne sono molti sul blog di Grillo. Critiche anche su Twitter, dove c'è chi parla di "modalità dittatoriale" e di "lapidazioni digitali contro i miscredenti". Ma oltre ai militanti e ai simpatizzanti, a tuonare contro il guru genovese ci sono anche gli stessi consiglieri epurati e altri attivisti.

Federica Salsi, consigliera comunale di Bologna, non le ha mandate a dire a Grillo, annunciando che non si dimetterà e che continuerà il suo lavoro. "Il dissenso non è concepito all'interno del Movimento: paradossalmente i partiti, con tutti i disastri che hanno arrecato a questo Paese, sono più controllabili dai cittadini di quanto lo siano Grillo e Casaleggio". Peggio dei partiti, insomma.

Anche Valentino Tavolazzi, primo attivista del Movimento Cinque Stelle ad essere stato espulso da Grillo, ha attaccato: "La frana è iniziata il 5 marzo 2012. Siamo all'inizio del crollo".

Giovanni Favia, prima della sentenza di Grillo, aveva avvertito che "nessuno obbliga nessuno a rimanere nel Movimento. Chi non condivide questi pochi e semplici principi, può andare altrove, ma la chiusura su se stessi funziona nel breve periodo, ma alla lunga genera mostri".

Al coro dei "ribelli" si è aggiunta anche Serenella Spalla, attivista del M5S e fondatrice del gruppo Solo 5 Stelle: "Se il Movimento 5 Stelle deve diventare la nostra Alba Dorata meglio uscirne subito. Tre anni fa all'interno del M5S la democrazia era lo scopo, non era in discussione. Ora le cose stanno deviando dal discorso originario, se buttano fuori dal movimento chi li contesta, sono loro stessi a tradire lo statuto originario. Non possono ignorare la maggior parte degli attivisti se dicono che questi sistemi non stanno loro bene". Insomma, al momento, ogni discussione interna al MoVimento viene sopita, oscurata o bannata da Grillo. Chi osa insinuare dubbi, lamentarsi della trasparenza delle regole delle parlamentarie o contraddire il "capo" è pregato di andarsene, come ha specificato Grillo stesso in un

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