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Grillo e la democrazia diretta solo quando conviene

Marino propone un assessorato al M5S: il gruppo romano chiede alla rete. Ma Grillo invalida il voto

Grillo e la democrazia diretta solo quando conviene

Tutte le decisioni prese online? Macché. Per Beppe Grillo la democrazia online va bene solo quando conviene.

Già perché se la votazione online parte dal basso - e cioè dai consiglieri a Cinque Stelle di Roma - scatta il veto del leader. Motivo del contendere: un possibile assessorato del M5S nella giunta Marino. Stando a quanto rivelano i quattro grillini al Campidoglio, infatti, il neo sindaco li ha convocati due volte per proporre una poltrona. O meglio, specifica il primo cittadino, i nomi di esperti anche esterno al M5S di cui valutare il curriculum.

Un'offerta che ha allettato i consiglieri che hanno per questo messo online un sondaggio per chiedere ai propri elettori cosa fare. Il sì a Marino, viene specificato, non significherebbe "un'alleanza con il sindaco e la sua coalizione", ma un modo per chiedere "contestualmente la realizzazione di alcuni punti del nostro programma (punti da definire sulla Rete)". Marcello De Vito, Virginia Raggi, Enrico Stefàno e Daniele Frongia, eletti come consiglieri, si sono tra l'altro autoesclusi dalla candidatura "coerentemente coi principi del MoVimento" e hanno chiesto ai cittadini di inviare via email il nome di una donna competente in materia.

L'iniziativa non è però piaciuta a Beppe Grillo che dal suo blog ha annullato qualsiasi votazione online non avvenga sul portale nazionale. "L'unica base dati certificata coincidente con gli attivisti M5S e con potere deliberativo è quella nazionale che si è espressa durante le Parlamentarie e le Quirinarie e quindi il voto chiesto da De Vito on line non ha alcun valore", si legge.

Insomma, anche stavolta - così come è successo durante le consultazioni - il diktat è "No".

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