"Napolitano. Chapeau". Con due parole e un segno d'interpunzione Beppe Grillo seppelisce l'ascia di guerra. Molla il fucile del vaffa e imbraccia un mazzo di fiori, elogiando il Presidente della Repubblica per la sua decisione di non incontrare Peer Steinbruek, dopo le parole poco piacevoli che il candidato Canceliere tedesco ha rivolto al comico genovese e a Silvio Berlusconi.
Questa volta Grillo non ha dubbi. Napolitano "merita l'onore delle armi". Napolitano "ha tenuto la schiena dritta". Napolitano è "il mio Presidente della Repubblica". Il leader del Movimento 5 Stelle ha sbianchettato d'un colpo pagine di relazioni complicate con il Quirinale, soffermandosi sull'ultimo episodio della loro travagliata relazione.
Poco importa che Napolitano, concluse da poco le amministrative del 2012 avesse detto di non vedere nessun "boom" grillino (guarda il video). Di poco conto anche i ripetuti moniti con i quali metteva in guardia dal dilagare di demagogia e populismo. Per Grillo - ora che il Quirinale l'ha difeso in terra tedesca - sono acqua passata.
Il comico riconosce di averlo criticato "per molte scelte sbagliate". In questi anni gli ha attribuito epiteti poco simpatici, chiamandolo "amichevolmente" Salma, definendolo più "presidente dei partiti" che della Repubblica, contestandogli - solo per citarne una - di ricoprire la sua carica non per volontà dei cittadini. Ma anche di "avere tre Maserati", di costare troppo all'Italia.
Ma ora, "l'Italia esige rispetto". E a Napolitano va uno "chapeau". Sarà perché ormai in Parlamento c'è anche una flottiglia di grillini. Perché fanno parte delle istituzioni che il Presidente della Repubblica ha difeso con le sue parole. O perché Grillo - se le polemiche interne al M5S glielo consentiranno - dovrà recarsi al Quirinale per le consultazioni, come rappresentante del suo partito. Sta di fatto che la difesa da parte di Napolitano non gli è dispiaciuta.
style="line-height: 1.538em;">Cauta, forse sorpresa, la risposta di Napolitano: "Ho letto e, naturalmente, ho apprezzato queste parole".
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