Grillo fa il dietrologo sulle stragi «Bomba o no arriveremo a Roma»

Grillo fa il dietrologo sulle stragi «Bomba o no arriveremo a Roma»

RomaSiena è la nuova vetta da conquistare. Le condizioni ci sono tutte. Un Pd spezzato in due, gli ex Margherita dissidenti, un sindaco dimissionario, e soprattutto l’onda dell’entusiasmo, che da Parma potrebbe arrivare in Toscana, nella città dove il Palio rischia di svolgersi quest’anno senza la benedizione del sindaco, ma sotto la sorveglianza di un commissario prefettizio.
Il Movimento 5 stelle sa che questa può essere un’occasione formidabile. Il primo cittadino di Siena, il Pd Franco Ceccuzzi, si è dimesso da sei giorni. Una bufera partita con il «no» al bilancio di sei ex Dl e di un settimo consigliere vicino alla Cgil. La fronda è scattata dopo che Ceccuzzi aveva indicato alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena i nomi per il nuovo Cda della banca toscana. A Siena il Comune ha un grande potere indiretto sull’istituto creditizio più antico del mondo. Con la Provincia, nomina infatti 13 dei 16 consiglieri della Fondazione, che a sua volta controlla il 36,5% del Monte dei Paschi. Il 9 giugno scadranno i termini per lo scioglimento del Consiglio comunale. Nel Pd sperano che Ceccuzzi ci ripensi. Ma il sindaco sembra deciso a seguire la sua strada. Se niente cambia, partirà la prassi: nomina di un commissario e convocazione di nuove elezioni cittadine, già in autunno, oppure nel 2013, con le politiche. I grillini scalpitano e si preparano alla grande ascesa.
Su un altro piano sembra invece stia volando il capo, Beppe. Provocatorio più che mai, il comico genovese ha scritto ieri sul suo blog di bombe e attentati, all’insegna dell’allarmismo: «Se tre indizi (il ferimento di Adinolfi a Genova, la bomba di Brindisi e le continue esternazioni sul ritorno del terrorismo) fanno una prova, allora ci sono ottime probabilità del ritorno di una stagione stragista», ha valutato. «Bomba o non bomba, arriveremo a Roma», è il titolo di quest’ultima esternazione, rubato da Antonello Venditti.
In attesa della presa di Roma, Siena potrebbe essere davvero un obbiettivo raggiungibile. E se così fosse, nella città del Palio il cambio di giunta potrebbe portare sconquassi alla Fondazione Mps. Secondo il quotidiano economico Italia Oggi, il Pd starebbe iniziando a preoccuparsi sul serio, non solo a livello locale, ma anche in sede nazionale. I vertici del partito, ma anche della finanza, guardano con orrore alla possibilità di una Siena grillina. Una vittoria che sarebbe ancora più rivoluzionaria di quella di Parma, perché coinvolge il colosso bancario toscano. Arrivare a Siena significa arrivare al Monte dei Paschi.
I grillini si preparano a organizzare una fulminante campagna elettorale dal 9 giugno, se Ceccuzzi farà davvero le valigie, tutta all’insegna della mala-amministrazione passata. Un anno fa, con il candidato Michele Pinassi, raggranellarono il 3,54% dei consensi. Ma in una manciata di mesi è cambiato tutto, il Movimento 5 stelle va fortissimo, in Toscana si sta radicando. E soprattutto Siena si trova ora con un bilancio gravemente in perdita. Sei milioni di euro di disavanzo. Non sarà facile per il Pd convincere i cittadini a ridare la loro fiducia.
«Un fremito di sdegno - ha scritto Pinassi sul blog di Sienacinquestelle - dovrebbe percorrere la schiena dei senesi, che hanno visto il loro secolare patrimonio svenduto in nome degli inciuci politici e delle poltrone, a Roma come a Siena».
Grillo per ora non se ne occupa pubblicamente, concentrato invece sui temi di politica interna.

Ieri, in particolare, sull’allarme terrorismo, con il rilancio della teoria del complotto: «Nei momenti di cambiamento o meglio in cui il cambiamento si manifesta possibile, le forze che vogliono mantenere gli interessi costituiti, economici e politici, bussano alla porta con grande energia - ha scritto -. Le bombe e gli attentati sono il loro biglietto da visita. I fatti del dopoguerra ci hanno insegnato che godono dell’impunità».

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