Grillo si traveste da Robespierre: taglia le teste e grida al complotto

RomaFuori due. La scomunica è stata sancita dal blog, come ogni comunicazione del Movimento: «A Federica Salsi e Giovanni Favia è ritirato l'utilizzo del logo del MoVimento 5 Stelle. Li prego di astenersi per il futuro a qualificare la loro azione politica con riferimento al M5S o alla mia figura». Firma: Beppe Grillo. La doppia espulsione è arrivata. La consigliera comunale di Bologna rea di aver «straparlato» a Ballarò e il consigliere regionale di cui Piazzapulita aveva colto uno sfogo a telecamere spente contro Grillo e lo spin doctor del M5s Casaleggio. Dopo settimane e mesi di agonia, a entrambi è stata staccata la spina. La Salsi aveva tra l'altro recentemente denunciato gravi minacce arrivate da grillini o presunti simpatizzanti dopo la reprimenda del capo per la partecipazione a Ballarò. Per entrambi la vita è diventata un incubo da quando Grillo li ha pubblicamente redarguiti.
Se il blog rimane piuttosto allineato alle scelte del suo ispiratore, sembra invece che la popolarità del leader dei cinque stelle si stia indebolendo nel settore dei liberi cittadini. Su Twitter ieri lo hanno paragonato a Mussolini, accusandolo di «lapidazioni digitali contro i miscredenti». A Forlì il gruppo dei dissidenti del MoVimento sta crescendo. Lamentano esclusioni sospette dalle liste parlamentari e attaccano: «Robespierre a forza di tagliare teste perse la sua».
Senza badare al terremoto creato dalla sua decisione irrevocabile, Grillo ha poi pubblicato sul blog un grido di rabbia contro l'anticipo delle elezioni politiche. Titolo: «Il M5S non deve partecipare alle elezioni!». La teoria sostenuta: quella del complotto tout court: «Fate attenzione ai tempi», inizia a scrivere il comico. E poi racconta come il 6 dicembre, dopo le votazioni online, il movimento cinque stelle è riuscito «a predisporre le liste per il Parlamento in tutta Italia». Ma, fulmine a ciel sereno, la decisione di tutti, con l'«irrituale» scelta di Monti, di anticipare le elezioni «sotto la neve, come per centomila gavette di ghiaccio». E ora «il tempo per raccogliere le firme diventa per il M5S quasi impossibile». Grillo chiede a questo punto l'aiuto dei sostenitori e annuncia un «Firma day», nei prossimi due fine settimana, supportato dal non previsto appoggio di Antonio Di Pietro: l'Italia dei Valori aiuterà il M5s, «anche se sono voti che toglieranno a noi». A Grillo risponde subito il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri.
Questa volta il comico non si è documentato abbastanza: «Se c'è lo scioglimento anticipato delle Camere - la precisazione del ministro - c'è una norma che dice che le firme da presentare sono dimezzate». Contro il premier, Grillo è tornato alla carica invece in un'intervista pomeridiana a Class CNBC di Sky: Monti «deve scomparire, lui è stato una bolla, un bluff, è stato un curatore fallimentare»: il nostro Paese «è fallito l'anno scorso. Metà del debito era in mano alle banche francesi e tedesche, se fallivamo l'anno scorso, l'Europa finiva. Monti è stato mandato per far recuperare i crediti alle banche straniere».
I due consiglieri scomunicati intanto non si arrendono e per ora non passano ad altro partito. «Porterò comunque avanti il mio mandato elettorale - chiarisce Federica Salsi - perché i cittadini mi hanno affidato un compito ed io intendo portarlo fino in fondo». E ribadisce: tutto ormai «è nelle mani di Grillo e Casaleggio».

Ancora più agguerrito Favia, su Facebook: «Gli interessi privati, i personalismi, la verticalità organizzativa, la fede messianica in un leader non sono mai state nel nostro Dna». Accettare «una deriva di questo tipo significherebbe arrendersi. E noi invece non ci arrendiamo mai».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica