Grillo snobba il Parlamento perché sogna di fare il premier

Il comico aveva promesso che non si sarebbe candidato tanto gli faceva schi­fo il Parlamento, ma che avrebbe lanciato un personaggio fuori dai partiti. Dov’è?

Grillo snobba il Parlamento perché sogna di fare il premier

Il movimento di Beppe Grillo è al 21 per cento, dicono i sondaggi. Bella ro­ba, i sondaggi: quando li sbandierava Silvio Berlusconi erano manipolazioni propagandistiche, ora invece si trasforma­no in oro colato. I Cinque stelle in corsia di sorpasso sul Pdl e in piena rimonta sul Pd. Vabbè, prendiamoli per buoni. Mettiamo pure che vincano le elezioni. Il guru di Ge­nova aveva promesso che non si sarebbe candidato, che lui in Parlamento non ci avrebbe messo piede tanto gli faceva schi­fo, che avrebbe lanciato un personaggio fuori dai partiti e dagli schemi. Ebbene, dov’è questo signore? Il mistero è fitto e pure buffo. Perché finirà come tutti imma­ginano, e cioè che si sacrificherà Grillo stesso. Nella campagna elettorale per le ammi­nistrative, il comico lanciava i vari candi­dati grillini ripetendo sempre la stessa bat­tuta: «Ho 62 anni, sono un pregiudicato, ho 40 processi in corso, non potrei mai es­sere un candidato, per questo votate Ti­zio ». A metà giugno in un’intervista con Marco Travaglio sul Fatto quotidiano ave­va sentenziato: «Io mica mi candido. Se Napolitano mi chiama ci vado soltanto per vedere la faccia che fa quando gli dico: presidente, stavolta lo ha sentito il boom? Io preferisco restare un battitore libero, un franco tiratore. Troveremo persone competenti e oneste per fare il premier e i ministri. Abbiamo otto mesi per decidere. Li sceglieremo in Rete e così le procedure per sceglierli. Certo non mi metto a sele­zionarli io. Ci vuole una selezione strin­gente. Vedremo». Appunto,vediamo. L’intervista è di giu­gno, sono passati quattro mesi e di questa «selezione stringente»non c’è ombra.Nes­sun accenno di «procedure per scegliere i candidati», non si intravvedono figure nuove all’orizzonte,Casaleggio non ha an­cora estratto dal cilindro alcun nome «one­sto e competente» da sottoporre a blog e «meetup». Qual è invece lo spettacolo a Cinque stelle di questi mesi? Lotte inter­ne, epurazioni, l’incompetenza al potere come a Parma, già pentita di aver eletto sin­daco il povero Federico Pizzarotti, un tra­gicomico campione di gaffe e figuracce.
Soprattutto, però, la scena è tenuta dal vero candidato «in pectore» dei grillini, l’uomo della provvidenza, l’unica figura
in grado di tenere uniti i milioni di adepti dell’antipolitica: Grillo stesso. Grillo non ha smesso un’ora di twittare,linkare,blog­gare. Ha scritto un libro, Alta voracità , co­me tutti i politici che si preparano a qual­che appuntamento importante. Incrocia la scimitarra con i leader, se la prende con «il bancocrate Rigor Montis», l’«invidia penis» di Matteo Renzi, con «Alfano fanta­sma fuori dalla storia» e l’«Expo ad perso­nam » di Roberto Formigoni.
D’accordo, è genovese e va al rispar­mio. Ma non si ha sentore che, dietro le quinte, stia scaldando i muscoli un «alter ego» capace di calamitare voti e governa­re
il Paese. Il comico è l’unico e incontra­stabile frontman del Movimento 5 stelle. Lui tiene i comizi, lui attraversa a nuoto lo Stretto di Messina come Mao lo Yangtse e Putin i laghi siberiani. È il messia di San­t’Ilario, e non qualche sua controfigura da presentare al grande pubblico, a battere la Sicilia paese per paese in vista delle ele­zioni regionali. E lo fa con tutta l’enfasi possibile. Dirette web, video su Youtube con i bagni di folla, resoconti sul blog, raffi­che entusiastiche su Twitter : «Streaming dalla barca a Sciacca», «Sondaggio in piaz­za a Ravanusa», «Favara, ora!», «Se cam­bia la Sicilia cambia anche l’Italia».
Si replica il meccani­smo che ebbe qualche successo in primavera: un tour a tappeto di Bep­pe Grillo nelle città del vo­to,
comizi in sequenza conditi di battute facili e fango sulla politica, pac­che sulle spalle ai candi­dati improvvisati, piog­gia di voti nelle piazze be­neficiate dalla sua pre­senza e zero virgola a po­chi chilometri di distan­za, dove il santone non si è fermato.

Grillo, solo Grillo, fortissimamente Grillo. Il M5S è ancora e soltanto la sua faccia,nonostante i proclami.Sta’ a vede­re che quando comincerà la corsa per Pa­lazzo Chigi sarà sempre lui a scendere in pista.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica