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Grillo vuole processare il Quirinale

I Cinque stelle dichiarano guerra a Napolitano: "Chiederemo l'impeachment se concederà la grazia al Cavaliere"

Grillo vuole processare il Quirinale

Roma - Il cerchio si è stretto fino alle ultime ore intorno a Giorgio Napolitano. Se concede la grazia a Berlusconi lo mettiamo sotto accusa, annunciava il Movimento cinque stelle. Ma anche dagli ambienti cattolici sono saliti gli inviti, con previsioni di scenari cupi per l'Italia in caso di grazia a Berlusconi. Famiglia Cristiana si è schierata con l'editoriale: una scelta azzardata del presidente ne minerebbe «la credibilità e il prestigio».

I grillini sono pronti alla battaglia finale. Puntano dritti al Colle, del resto i riguardi nei confronti del capo dello Stato non sono mai stati di casa nel Movimento. Lanciano la carta «americana». Se il presidente concede atti di clemenza nei confronti dell'ex premier, ora o in futuro, i cinque stelle faranno partire la procedura di impeachment nei confronti di Napolitano. L'avviso rimane in piedi anche dopo la dichiarazione del capo dello Stato di ieri: non è arrivata nessuna domanda di grazia, ma se fosse consegnata?
Grillo non parla, ma i suoi esprimono il pensiero comune: «Qualsiasi atto di clemenza per Berlusconi sarebbe un atto eversivo - dichiara il senatore Michele Giarrusso in un'intervista con l'Espresso - E il presidente dovrebbe essere messo in stato d'accusa per attentato alla Costituzione. Non è una mia posizione personale, anche Grillo è d'accordo e ci stiamo già preparando».

È Napolitano adesso nel mirino dei grillini. Tutti contro di lui: il caso Berlusconi è «un teatro dell'assurdo», dove tutto si regge, scrive sul blog di Grillo l'ideologo del Movimento, Paolo Becchi, «su un uomo di 88 anni che dovrebbe prendere atto del fallimento dell'ipotesi politica su cui si è fondato il suo secondo mandato». Forse Napolitano «tiene pronta la carta di riserva, il suo jolly, un esecutore fallimentare. Peccato che Mario Monti non lo possa più fare, non essendo più un tecnico e bisognerà trovarne un altro».
Se il presidente dovesse concedere la grazia, la sfiducia scatterà di conseguenza: «Sarebbe un atto di una gravità inaudita - prosegue Giarrusso - Il presidente della Repubblica è il garante della Costituzione e non può strapparla e calpestarla. Una grazia concessa a Berlusconi, che è pregiudicato e pluricondannato per reati anche gravissimi, violerebbe i principi costituzionali di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge».

Grillo si è fatto sentire per telefono «e ci incoraggia a tenere duro e a combattere». Già in passato «non abbiamo apprezzato le ingerenze sul Parlamento del presidente della Repubblica, come spesso denunciato da Grillo. La funzione legislativa del Parlamento è stata illecitamente trasferita sul governo con l'avallo di Napolitano».
Questo dai grillini. Ma meno atteso ieri era l'editoriale del direttore di Famiglia Cristiana, Antonio Sciortino. Titolo: «Un azzardo che porta il caos». «Non si può pretendere dal Colle un segnale o un salvacondotto che minano l'uguaglianza di tutti i cittadini», il commento del direttore. Ne andrebbero «di mezzo la credibilità e, ancor più, il prestigio di un presidente come Napolitano, amato e stimato da tutti per essere stato, in questi turbolenti anni, un vero baluardo delle istituzioni e della democrazia in Italia».

Il consiglio al Pdl: «Pensare al dopo Berlusconi».

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