
Affronta la prima prova d'aula con spirito quasi zen. "Ho la coscienza a posto e per uno come me conta molto, il Consiglio comunale su alcune materie è sovrano e accatterò ogni decisione, senza recriminare". Alle dieci del mattino il sindaco Beppe Sala taglia il nastro della nuova sede di Zurich in via Santa Margherita, scherza, ma al pallottoliere a quell'ora manca ancora un voto che garantisca che la delibera sulla vendita di San Siro e delle aree a Milan e Inter possa passare con la maggioranza relativa, ne servono 25 e proprio il capogruppo della Lista Sala non ha ancora sciolto la riserva, e le conseguenze se l'operazione saltasse a livello politico sarebbero gravi, anche se ribadisce, "capisco che sia una questione divisiva, a questo punto posso solo dire libertà di pensiero e di opinione per i consiglieri" ma puntualizza anche, di fronte alle tante critiche che gli vengono mosse anche da un pezzo della sinistra, "io ritengo i aver negoziato al meglio con le quadre. Ne ho fatte tante nella mia vita di negoziazioni e non ho disimparato in questo momento. Ho fatto tutto ciò che si poteva fare e il mio lavoro è finito con la definizione del contratto. Mi auguro che l'aula approvi ma al momento non posso ipotecare nulla". Dice di capire anche "il pensiero di Fumagalli, ha delle riserve, gli ho spiegato perchè per me è necessario per Milano avere un nuovo stadio e gli detto di decidere in coscienza, vedremo". Tra i motivi del sì, ribadisce ancora l'addio dei club a Milano: "Se la delibera non passa si muoverebbero con rapidità verso un'altra area, sono abbastanza convinto del pericolo". E parla al fronte del no ambientalista quando fa presente che "ci troveremmo con un nuovo impianto costruito su un'area verde a San Donato Milanese", quella già acquistata dal Milan, "e con il Meazza vuoto". Al presidente FdI del Senato Ignazio La Russa che rilancia l'ipotesi del nuovo stadio senza abbattere lo storico San Siro replica: "Lo sostiene da sempre ma non ho mai visto un progetto che dimostri che può essere mantenuto. E il Meazza tra qualche anno va rinnovato, non possiamo tenerlo così, il terzo anello vibra, i servizi non sono adeguati. Chi lo gestisce e per fare cosa? Il Comune escluso, non ha i fondi. Questa operazione mi sembra un'opportunità per far fare un investimento ad altri. Vedremo, se non si chiude oggi (ieri, ndr.) sarà lunedì e si piò anche andare al di là ma credo che le posizioni siano abbastanza cristallizzate. Certamente è qualcosa che segnerà un momento importante nella città. Poi così a ridosso della campagna elettorale sarà anche un elemento di discussione, tra chi si è dimostrato a favore di questo cambiamento e chi lo rifiuta". Provoca senza citarla Forza Italia: "Purtroppo in politica molto spesso si esprimono opinioni non tanto solo per quello che si ritiene giusto ma per posizionamento politico, perchè l'opposizione fa opposizione al sindaco, ma faccio fatica a capire come una parte della minoranza pssaa essere contraria a un'ipotesi di sviluppo che produrrà economia e lavoro". E Fi ha ribadito anche alla vigilia di non essere contro nuovo stadio e rigenerazione del quartiere, ma la delibera è "irricevibile" e "opaca" per la modalità con cui è stata costruita.
Dopo la relazione diffusa alla vigilia, ieri mattina nell'ultima Commissione prima dell'aula il presidente del Comitato Legalità e Antimafia del Comune Nando Dalla Chiesa è stato durissimo, a partire dalla definizione del titolare effettivo dei club e la catena di controllo degli investitori: "Non ci sembra che ci sia stata una risposta adeguata, molto orientata in termini di auspici e buona volontà. Per il Comitato il rischio mafioso permane sia a monte che a valle, ossia sulla natura delle aziende che verranno utilizzate nei cantieri, abbiamo bisogno ora di un impegno e calusole vere sull'uso di imprese iscritte white list, è assolutamente necessario. Il caporalato sta dilagando, dopo sarà impossibile verificare in cantieri privati e sappiamo che la 'ndrangheta detiene il monopolio del movimento terra.
E a monte non riusciamo a capire con chi si sta parlando, è opaco". Con Dalla Chiesa, aveva appena commentato Sala, "stiamo lavorando. Non credo che le criticità sollevate siano invalicabili ma sono osservazioni giuste".