Hotel «risparmiosi» in rivolta Inchiesta sui siti del turismo

Ma quando cerchiamo un hotel in rete e troviamo la scritta «offerta migliore», siamo proprio sicuri che non ci stiano fregando? Sullo schermo figura che, a parità di stelle, un albergo costa dieci e un altro costa cinque; ma siamo certi che non ce ne sia uno che costi tre o addirittura meno di tre? Qualcuno degli alberghi della potenziale «categoria tre, o meno di tre» pare si sia risentito per non aver visto inserita nella web-vetrina delle «offerte migliori» anche la propria opzione. Che ci sia puzza di bruciato, anzi di «cartello» bruciato? L'ipotesi, tutta da dimostrare, è che i due siti-colosso delle prenotazioni alberghiere: Booking.Com ed Expedia abbiano in qualche modo limitato la concorrenza nei servizi di prenotazione ostacolando la possibilità per i consumatori di trovare le «vere» offerte migliori. Stiamo parlando - lo avrete capito - di prenotazioni alberghiere via web, il sistema (teoricamente) più comodo e sicuro per trovare in tutto il mondo un hotel su misura per le proprie esigenze. Ma in questo settore, che muove miliardi di euro, la chiarezza su prezzi e tariffe praticate alla clientela non sempre è impeccabile. Tanto che sul web i consumatori si trovano di fronte ad una vera e propria giungla di offerte, nella quale è difficile districarsi e capire la reale convenienza sul fronte economico. Da qui un doppio esposto all'Antitrust: il primo da parte dell'Associazione italiana Confindustria alberghi (Aica), il secondo del Codacons. Entrambe le organizzazioni ritengono che sia «estremamente proficua l'indagine aperta dall'Autorità garante del mercato e della concorrenza, perché potrà accertare se esistano o meno ostacoli alla concorrenza nelle tariffe alberghiere prenotate online a danno dei consumatori, e sanzionare eventuali irregolarità». Va giù duro Giorgio Palmucci, presidente dell'Aica «L'auspicio è che ora l'istruttoria abbia un esito positivo aprendo una nuova fase nel rapporto con quelli che sono i principali attori del mercato online: questo nell'interesse delle imprese - oggi troppo condizionate nelle loro politiche commerciali dallo strapotere delle Olta (OnLine Travel Agency, ndr) - e dei consumatori che da un mercato effettivamente libero non possono che trarre vantaggi». E poi: «L'Italia è tra le prime destinazioni al mondo e non possiamo nasconderci l'importanza che le Olta hanno per il nostro mercato, ma dobbiamo poter competere a livello internazionale senza subire ingiusti condizionamenti e penalizzazioni». Ma a passare per i furbetti delle prenotazioni in Rete, Booking.Com ed Expedia non ci stanno. Da parte dei due siti oggetto dell'istruttoria giungono repliche composte.
Da parte sua Expedia si dichiara «convinta di agire nel totale rispetto di tutte le leggi in vigore, offrendo un servizio di valore sia per i consumatori che per più di 290.000 partner alberghieri in tutto il mondo che hanno scelto di lavorare con noi. Assicuriamo all'Antitrust la massima collaborazione».
Sulla stessa linea anche Booking.Com: «Piena fiducia nell'operato dell'Autorità, ma anche fiducia nella rapporto con i clienti e le strutture alberghiere.

La nostra società già a febbraio aveva scritto all'Antitrust rendendosi disponibile al dialogo nella massima trasparenza».
Trasparenza che però, evidentemente, non è mai sufficiente. Buona prenotazione. E occhio all'«offerta migliore». Si fa per dire...

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