I colonnelli fanno scudo: "Angelino resti al suo posto"

Formigoni stoppa le voci di dimissioni: "Richiesta vigliacca e irresponsabile"

Roma - Il discorso di Villa Gernetto ha sparigliato le carte del Pdl, tanto che le parole di Berlusconi hanno illuminato non soltanto le molteplici sfumature pre­senti nel partito di maggioranza relativa ma hanno mostrato anche quanto sia fa­cile vedere il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto a un tempo.
A sottolineare l’incertezza è soprattut­to il silenzio di Alfano, come sottolinea Alessandra Mussolini. «Alfano è il segre­tario politico - spiega - e non si è ancora espresso. È evidente che c’è fermento e dibattito per le critiche di Berlusconi a Monti». Chi come Guido Crosetto non ha mai votato in favore del governo in ca­rica non si stupisce, poi, delle parole di Berlusconi. «L’anno scorso il Cavaliere
ha fatto un passo indietro - conferma il parlamentare del Pdl - stando zitto per un anno. Ieri è esploso e ha detto ciò che pensa: la sentenza ha fatto solo saltare il tappo.D’altronde nessuno pensava che Berlusconi si sarebbe dedicato al giardi­naggio ». Sandro Bondi, dal canto suo, mostra ottimismo per il futuro del Parti­to delle libertà. «Il partito oggi è più forte - sostiene l’ex ministro della Cultura ­perché il presidente Berlusconi ha forni­to soluzioni puntuali alla crisi economi­ca e formulato una prospettiva politica convincente».Sullo stesso piano l’avver­timento che Daniele Capezzone lancia ai tecnici di Palazzo Chigi. «Sarebbe un errore sottovalutare l’analisi economi­ca e le parole di Berlusconi.
Le sue propo­ste in materia di alleggerimento fiscale per famiglie e imprese- spiega il portavo­ce del Pdl- sono misure fin troppo urgen­ti ». Ai microfoni di Tgcom24 Michaela Biancofiore si spinge anche oltre, mo­strando tutto il suo carattere di pasiona­ria. «Trovo sconsiderato- spiega la depu­tata bolzanina - chi fino a ieri era genu­fl­esso a Berlusconi e oggi dice che è in mi­noranza nel Pdl. È vero che oggi una par­te del Pdl lo osteggia, ma questa parte, forse perché troppo imborghesita, non capisce che chi è con Berlusconi è la gen­te, gli elettori». La Biancofiore pensa in particolar modo a Osvaldo Napoli, il più scettico nei confronti del Cavaliere, che arriva a pronosticare: «Dopo quello che ha detto i moderati non verranno più con noi e così non vinceremo».
Tra i colleghi di partito c’è anche chi, come Gaetano Quagliariello, non perde il sangue freddo e si ricorda del voto sici­liano.
«Posto che apprezzo- spiega il se­natore- il fatto che Berlusconi abbia riba­dito la necessità delle primarie, preferi­sco sul resto tacere almeno in attesa di ve­dere che esito avrà il voto in Sicilia. È un fatto di buon senso, in presenza di elezio­ni, non alimentare il di­battito interno». Anche Fabrizio Cicchitto getta acqua sul fuoco e lo fa partendo dall’editoriale di ieri in cui Vittorio Fel­tri si mostrava scettico sull’utilità dello stru­mento delle primarie. «Sono d’accordo con Fel­tri su molte cose - spiega il capogruppo del Pdl al­la Camera - ma non su quello che ha detto oggi. Le primarie sono occasione per un rilan­cio del Pdl che comunque, con buona pa­ce di alcuni, rimane il soggetto fonda­mentale per la battaglia politica del cen­trodestra, in primo luogo quella per una giustizia giusta, ed è anche decisivo per aggregare uno schieramento dei mode­rati che non voglia dare a priori la vitto­ria alla sinistra». Tra gli scenari possibili che offre il day after del discorso di Villa Gernetto non c’è comunque quello ca­ratterizzato dalle dimissioni del segreta­rio Alfano, chieste da Daniela Santan­chè. Almeno secondo Cicchitto. Che non è il solo a pensarla così.

Formigoni, ad esempio, sfrutta il suo profilo si Twit­ter per definire addirittura «vigliacca e ir­responsabile » la richiesta, da più parti avanzata, delle sue dimissioni.

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