Ma i democrat nascondono le loro cene a sbafo

La finta sobrietà dei moralizzatori della Pisana. Altro che 5 euro al giorno, rimborsi per ristoranti alla voce "riunioni"

Roma - A dieta, ma per finta. A scorrere il bilancio del Pd laziale sull'utilizzo dei fondi regionali, sembra che i 14 consiglieri democratici si tengano alla larga da tavole e banchetti. Dei due milioni incassati come contributo e poi spesi, infatti, solo 23mila euro finiscono sotto la voce «spese per prestazioni alberghiere, bar e ristoranti». Fanno 4,5 euro al giorno, roba da mensa aziendale. Tanta parsimonia, però, sembra figlia di un escamotage contabile più che di vera virtù. Perché nel rendiconto ci sono altri 77mila euro «nascosti» tra le spese per «riunioni, convegni, conferenze e incontri». Una discreta pioggia di soldi «anticrisi» sparsa su 29 ristoranti di Lazio e dintorni. Perché la ciliegina sulla torta sono i due eventi (un «incontro» e un «convegno», conto totale 1.011 euro) organizzati dal Pd laziale in Toscana, a Cortona, alla Taverna Pane e vino e al ristorante Corys.

Gli altri 27 «indirizzi», almeno, sono tutti nei confini territoriali di competenza. C'è Dino, a Lariano, che per soli 300 euro ha ospitato un'iniziativa sull'agricoltura. Più salata la spesa da «Barbitto», a Sezze (4.400 euro), forse perché si parlava proprio di bilanci. Buono l'appeal sul Pd degli agriturismi. Se il romano Agricoltura Nuova incassa 1.650 euro e l'azienda De Santis 500, va meglio alle «Cascine» di Canino, vicino Viterbo: quattro appuntamenti, per un esborso di 10.200 euro. Nella stessa provincia, il Pd ha speso 2.200 euro per un «convegno» sulle tavole del ristorante Radici di Acquapendente, comunque poco rispetto ai due conti del ristorante La Foresta di Rocca di Papa, ai Castelli: 8.470 per un convegnino a marzo 2011, 9.800 per un servizio catering due mesi dopo. E a Passo Corese non si scontenta nessuno. Due incontri «verso le amministrative 2011», due location diverse per versare n'antro litro: il Crow café (1500 euro) e il ristorante Da Pietro (990). Quest'ultimo, però, dev'essere piaciuto di più, se il Pd ci è tornato altre due volte, sganciando ancora 2500 euro. L'osteria Da Fiorello, a Valmontone, a maggio 2011 ha visto in pochi giorni numerosi commensali democratici accomodarsi a tavola, lasciando in cassa 2.060 euro.

Spostandoci sul mare, gli indirizzi più «in» per il Pd sono a Ostia (il Peperoncino, 640 euro), ad Anzio (Saint Tropez, 540 euro) e soprattutto a Fiumicino, dove ci si divide tra l'osteria Parco degli Abruzzi (2.730 euro) e il Pinzimonio, che incassa 8mila euro tra incontri con cittadini e dibattiti. L'elenco è lungo, dal Borghetto d'Arci di Fara Sabina (5.000 euro) al Chiocchiò di Artena (2.000 euro per mangiar parlando di «tematiche sociali», che è pure adatto). Ma il vero «covo» democratico, non per incasso ma per fedeltà, è il Bagolaro di Nerola.

Ben sei volte, nel 2011, questo agriturismo con ristorante ha attovagliato gli esponenti laziali del partito di Bersani, che pur alleggeriti nel portafoglio di 4.400 euro, ci sono tornati a Natale investendo altri 1.200 euro in cesti e cadeaux.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica