I forconi non si arrendono: domenica davanti al Papa

Dopo il fallimento della "marcia su Roma" di mercoledì gli altri movimenti insistono: "Avanti fino alla fine"

I forconi non si arrendono: domenica davanti al Papa

È inutile, in questo strano e pazzo Paese non si è capaci neppure di fare la rivoluzione. Troppo diversi per non dividersi. Troppo egocentrici per non litigare. E chi temeva, o sperava, di vedere in tv le stesse scene del luglio scorso in piazza Tahrir al Cairo, quando un colpo di stato militar-popolare mise agli arresti il presidente Morsi, ha visto solo un bel film. I forconi sono rimasti inforcati.
Il giorno dopo il fallimento della manifestazione di Piazza del Popolo a Roma è rimasta solo la spazzatura da portar via. E tanta delusione. È deluso Augusto Zaccardelli (Movimento autonomo autotrasportatori) che si è guardato bene dall'andare in piazza a fianco di Danilo Calvani and friends (Movimento 9 dicembre), che sperava di mandare tutti a casa in 24 ore, e che invece è stato l'unico a levare le tende. «Un po' di delusione c'è ma si sapeva che sarebbe finita così. Non puoi pensare di portare in piazza persone che sono state fino a ieri ai caselli, in mezzo a quelli della destra estrema. La manifestazione andava bene ma Calvani ha commesso un errore e ne ha fatto una cosa troppo personale. Proverò a chiamarlo domani (oggi, ndr)». Invece delle quindicimila teste previste, se ne sono viste a mala pena tremila. «Il flop lo vedono solo i giornalisti - ulula Calvani, agricoltore di Latina, quello della Jaguar - i veri infiltrati sono Letta, Alfano, Napolitano», dice riferendosi a chi gli ha contestato di aver accolto a braccia aperte membri di Forza Nuova e CasaPound. «Sono anche loro il popolo». Ma quell'altro popolo non c'è stato ed è rimasto a casa. «Noi però siamo ancora qui. Andremo avanti e ci faremo sentire, questo è solo l'inizio. I margini per andare avanti ci sono, ci dobbiamo rivedere e decidere cosa fare. Intanto domenica ci raduneremo davanti al Papa per l'Angelus. Chi vuole rientrare con noi può farlo ma deve avere la modestia di sentire tutti quanti». E ogni riferimento a Calvani and friends è puramente voluto. Non vogliono sentir parlare di marcia indietro. «Per carità, semmai marcia avanti e barra dritta. Bisogna mettere il punto alla fine della frase e raggiungere lo scopo: discutere col governo».
Il tempo di riorganizzare i ranghi e di sferrare il prossimo attacco al Palazzo. I presidi continueranno ad oltranza fino a Natale e prima di Capodanno è prevista una nuova bordata.
Fa eco a Zaccardelli il capo dei capi Mariano Ferro (Popolo dei Forconi), primo vero leader della protesta iniziata undici giorni fa a Torino, che se n'è rimasto buono buono nella sua Sicilia (anche se ieri era a Roma) gustandosi al tg la figuraccia dell'ex compagno Calvani che ha pure bucato la convocazione dei giudici di Torino come persona informata dei fatti perché «non ho i soldi per il viaggio». «Quelli di Piazza del Popolo non erano forconi. Qualcuno si è messo in testa di fare la rivoluzione da solo. Avevamo detto no all'apertura a frange estreme, non volevamo unirci ad alcuna sigla, figuriamoci con Casa Pound. Calvani si è tirato fuori. Il messaggio sbagliato è stato quello di aver voluto mettere insieme organizzazioni di partito e gente che lavorano. Spero però che si capisca che a darsi la zappa sui piedi è stato lui, non tutto il movimento».
È vero, il mercoledì da Forconi ha ridimensionato tutta la fatica di dieci giorni di «tutti a casaaaa». Ma a parte i deliri dell'ex concorrente all'Isola dei Famosi Davide Fabbri (quello che tirò le banane alla Kyenge), leaderino del movimento, gli altri non hanno perso energia. «Non ci fermeremo e non molleremo la presa, potete stare tranquilli - rassicura Ferro - o questa volta si risolve o che Dio ci salvi. Faremo il punto per programmare il dopo Capodanno, poi il 7 gennaio torneremo. Tutto quello che è accaduto non finirà nel nulla. Non siamo stati al freddo per giorni e fatto tutto questo can can per finire in tv, ma per avere risposte e suonare l'allarme. La mia preoccupazione è che il governo pensi che tutto si riduca a tremila persone.

Ma sono tre milioni quelli che non ce la fanno più in Italia». «Domenica porteremo questo messaggio a Papa Francesco, che è uno di noi», sussurra con un filo di voce la vera star dei forconi Lucio Chiavegato (Life). Fanno quasi tenerezza.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica