A nostra insaputa Scajola pagò casa a sua insaputa

Per i giudici che l'hanno assolto era davvero "inconsapevole" quando comprò il famoso attico vista Colosseo

A nostra insaputa Scajola pagò casa a sua insaputa

Non solo non c'è stato reato, e questo lo sapevamo già dalla sentenza di assoluzione, ma leggendo le motivazioni dei giudici scopriamo oggi che davvero l'ex ministro Claudio Scajola ebbe uno sconto «a sua insaputa» quando comprò il famoso attico a Roma vista Colosseo. Le carte parlano chiaro. Non sapeva, il ministro, di un accordo segreto tra intermediario e venditore. Cade così uno dei più famosi tormentoni degli ultimi anni, quel «a mia insaputa» che Scajola pronunciò in un estremo tentativo di difendersi e che ha fatto storia.

Più che l'attico sospetto, fu la frase che oggi sappiamo vera ma che allora suonò infelice e ridicola, a costringerlo a inevitabili dimissioni. Fui tra i primi a chiedergli un passo indietro. Era ineluttabile e financo salutare per lui. Oggi chiedo scusa della mancanza di fiducia. È che alle volte la realtà supera la fantasia. A nostra insaputa.

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