Roma - Primo giorno di congregazioni generali in Vaticano e nessun passo avanti concreto verso il conclave: al mattino una serie di interventi «tecnici» sul calendario dei prossimi giorni e al pomeriggio, su proposta del cardinale camerlengo Tarcisio Bertone, una meditazione del predicatore della Casa pontificia padre Raniero Cantalamessa, un frate cappuccino. «Hanno preso la parola 13 cardinali - informa il direttore della Sala stampa, padre Federico Lombardi - interventi brevi, densi, molto precisi per dare un'idea sull'organizzazione di questo periodo preparatorio. Per esempio, è ancora aperto se nei prossimi giorni ci saranno riunioni soltanto alla mattina o anche al pomeriggio».
Le congregazioni sono fondamentali per orientare i cardinali sulla scelta del nuovo papa. I porporati, elettori e no, si parlano, si conoscono meglio, si informano l'uno dell'altro, incrociano pareri. E ascoltano consigli, soprattutto quelli che provengono dai colleghi più anziani, con maggiore esperienza e già presenti a precedenti elezioni. Sono i «grandi vecchi» del conclave, le personalità di maggiore spicco in grado di coagulare un certo consenso e orientarlo su un candidato o sull'altro.
Ogni conclave è influenzato da qualche «kingmaker», che sa intervenire al momento giusto indicando il porporato giusto, come fece l'arcivescovo di Vienna, Franz Koenig, nel secondo conclave del 1978: fu lui a lanciare il nome di Karol Wojtyla quando il sacro collegio si era bloccato su Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova forte di un buon numero di voti ma incapace di raggiungere il quorum. Per l'età o magari anche per la salute, i «grandi elettori» non possono aspirare al papato, ma la loro autorevolezza è un bene prezioso.
Alcuni di questi «kingmaker» non entreranno in conclave. È il caso di Angelo Sodano, che a 85 anni (coetaneo di Joseph Ratzinger) è escluso dal novero degli elettori. Ma come decano del collegio ha un ruolo importante: sarà lui a presiedere la messa «pro eligendo pontifice» che aprirà il conclave. Sodano, a lungo segretario di Stato, è ancora molto presente in Curia, è il capofila della cordata «diplomatica», cioè dei porporati che hanno operato per la Santa Sede come nunzi o in segreteria di Stato. Grande autorevolezza viene riconosciuta anche a Camillo Ruini, 82 anni, anch'egli privo di diritto di voto ma dotato ancora di un forte ascendente su un certo numero di porpore più giovani, soprattutto italiani.
Il ruolo del «kingmaker» assume un valore particolare quando si arriva a un conclave incerto, senza una candidatura forte com'era quella di Ratzinger otto anni fa. È in queste circostanze che emergono queste figure fuori dai «giochi», non necessariamente legate a cordate e schieramenti, ma capaci di pilotare i suffragi. Un punto di riferimento sarà Walter Kasper, 80 anni compiuti proprio oggi: tedesco, teologo e cardinale di Curia com'era Ratzinger.
Un'altra figura cui si guarda con attenzione è il gesuita Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, che nel 2005 fu il principale antagonista del futuro Benedetto XVI, persona di alto rigore morale e poche parole, autorevole rappresentante dei vescovi latinoamericani che vista l'età (76 anni) difficilmente sarà eletto papa ma il cui parere sarà tenuto in grande considerazione.
Anche Tarcisio Bertone, il cui operato come segretario di Stato è oggetto di critiche, ha un gruppo di «fedelissimi» cardinali di curia - e non solo - che non guardano al discredito gettato sul braccio destro di Benedetto XVI ma alla fiducia che il papa gli ha sempre dimostrato: nell'ultima udienza del mercoledì Ratzinger ha esplicitamente apprezzato la sua fedeltà. A 78 anni Bertone ha pochissime speranze di salire al soglio di Pietro, ma il suo orientamento può essere considerato in linea con le indicazioni lasciate da Ratzinger. Altro «grande elettore» sarà il cardinale Giovanni Battista Re, 79 anni, ex presidente della Congregazione dei vescovi. Tra gli stranieri gode di sicura autorevolezza il settantanovenne Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia e amico personale di Benedetto XVI.
«Non ci sono favoriti», ha detto ieri entrando in congregazione Carlos Amigo Vallejo, ex arcivescovo di Siviglia. I porporati americani hanno addirittura chiamato i giornalisti al loro quartier generale, il Collegio Nordamericano sul Gianicolo, per fare sapere che il «dossier Vatileaks» non resterà fuori dalle discussioni tra porporati e che interrogheranno i colleghi al vertice della Curia romana.
Sul tappeto ci sono pure gli scandali legati alla pedofilia, «una grave ferita nel corpo della Chiesa» che il nuovo papa dovrà affrontare «perché queste cose non accadano più e perché ci sono ancora le vittime di cui dobbiamo prenderci cura».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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