RomaLa partita delle nomine per gli organi interni delle Camere è ufficialmente iniziata. Un puzzle complesso in cui si incrociano le pressioni dei grillini - decisi a contare il più possibile e a mettere le mani sul «portafoglio» delle istituzioni - con le richieste di poltrone pesanti da parte degli altri gruppi parlamentari. Il tutto nella nebbia di uno stallo in cui non è chiaro chi sarà maggioranza e chi opposizione.
Alla prima prova il Movimento Cinque Stelle mette a segno un colpo importante al Senato ottenendo un questore con Laura Bottici, 41 anni, analista contabile. Un incarico che per il Pdl sarà, invece, appannaggio di Lucio Malan, senatore molto stimato da Silvio Berlusconi e ferratissimo sui regolamenti (per Scelta Civica c'è Antonio De Poli). Maurizio Gasparri va, invece, a ricoprire l'incarico di vicepresidente di Palazzo Madama, con Valeria Fedeli del Pd, Roberto Calderoli della Lega e la montiana Linda Lanzillotta. Il motivo per cui i grillini hanno indirizzato le loro mire sui questori è facilmente intuibile. Questi ultimi, infatti, secondo l'articolo 10 «curano collegialmente il buon andamento dell'amministrazione, sovrintendono alle spese e predispongono il bilancio e il conto consuntivo». Inoltre, «i bilanci di Camera e Senato valgono ciascuno un miliardo circa: insieme hanno un valore di circa la metà del gettito Imu» spiega la capogruppo alla Camera, Roberta Lombardi. «Rendiamoci conto dell'importanza strategica di avere uno dei nostri come controllore dei conti».
Analoga procedura si svolge a Montecitorio. Qui come vicepresidente il Pdl sceglie Maurizio Lupi, confermato nel ruolo già rivestito nella scorsa legislatura. Per questo stesso incarico viene eletto anche il 27enne grillino Luigi Di Maio («se mi vedete su un'auto blu linciatemi», il suo commento) e i democratici Marina Sereni e Roberto Giachetti. Come questore la scelta ricade sull'azzurro Gregorio Fontana, altro parlamentare in forte ascesa, e sull'ex magistrato Stefano Dambruoso per Scelta Civica, oltre al democratico Paolo Fontanelli.
Per i grillini, ottenuto un posto da questore, si apre però un'altra partita. «Se il M5s non avrà l'incarico di formare il governo, come forza di opposizione chiederà le presidenze di Copasir e Vigilanza Rai» annunciala Lombardi, al termine delle consultazioni con Giorgio Napolitano. E Vito Crimi, capogruppo al Senato, aggiunge: «Non sono contropartite, ci spettano». È il segnale che su queste commissioni, considerate strategiche, si sta per scatenare un braccio di ferro di non facile soluzione. Per consuetudine parlamentare vengono, infatti, assegnate al principale partito di opposizione. Qualora si dovesse formare un governo di larghe intese con i grillini esclusi, non sarebbe facile privarli della guida di almeno una delle due commissioni. Tra le forze parlamentari la preoccupazione si appunta, in particolare sul possibile approdo grillino nel Comitato che ha il compito di vigilare sull'operato dei nostri servizi di intelligence. Un organo strategico, composto da cinque deputati e cinque senatori, le cui sedute possono essere vincolate al segreto previsto dalla legge.
La delicatezza e la complessità delle materie trattate richiede che la presidenza sia affidata a soggetti di comprovata esperienza, maturata in anni di carriera parlamentare e non a un novizio che potrebbe fare un uso poco ortodosso di segreti di Stato e di informazioni riservate. Questa volta, però, il pressing grillino proverà a rompere questa consuetudine.
Studente fuoricorso di giurisprudenza, 26 anni, è di Pomigliano d'Arco (Na)
Milanese, 53 anni, giornalista, ciellino, ha esordito alla Camera nel 2001
Nata a Foligno (Pg) nel 1960, fa politica da sempre. È alla Camera dal 2001
Romano, 56 anni, giornalista, ex An, è deputato dal '94 ed è stato ministro
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