Roma - Fase due, attacco martellante. Da una parte Matteo Renzi, dall'altro l'«apparato», come lo chiama il sindaco, il partito che chiude le porte delle primarie al ballottaggio per togliergli linfa. Ieri tre comparizioni tv del rottamatore del Pd nello stesso giorno: alla Telefonata di Maurizio Belpietro, a Sky e infine a Porta a porta (e stasera invece il faccia a faccia con Bersani su Raiuno). Un'assemblea a Firenze a porte aperte. L'intenzione, grazie alla mobilitazione via web, di presidiare con propri rappresentanti tutti i 9200 seggi dove il 2 dicembre si tornerà a votare. L'appellativo per Bersani di «allenatore di vecchie glorie». L'affondo, quasi mortale per il segretario: «Io non avrei fatto Equitalia come loro: una società forte con i deboli e debole con i forti. L'ha fatta il governo Tremonti, ma su un decreto Visco-Bersani». La decisione di provocare un po' di più, sempre con quel tono educatamente strafottente che per Bersani è criptonite: «I sondaggi dicono che un nostro raggruppamento potrebbe avere come minimo il 12% e un margine del 20-25%. Se volevo farmi una pattuglia di parlamentari e diventare come uno di loro mi facevo il partitino».
Renzi definisce la sua rottamazione un «atto di gentilezza» e cita Aung San Suu Kyi. Ma ora il suo pare più un contrattacco, motivato dalla strategia avversaria, lo stritolamento delle forze renziane grazie al rigore, le regole delle primarie del Pd.
Ovvero, chi è dentro e dentro. Gli altri non potranno votare, a meno che non portino serie giustificazioni che hanno impedito la registrazione entro domenica scorsa. Gli attestati saranno valutati dai comitati provinciali. «Sulle regole non tratto», ha scandito ieri Bersani: «Le primarie sono aperte ma non sono un porto di mare». Tradotto: potranno recarsi ai seggi soltanto gli elettori del primo turno, o i giustificati. Chi era fuori Italia il 25 novembre «dovrà portarci i biglietti aerei», precisa il responsabile organizzativo, Nico Stumpo. I giorni di «appello» sono il 29 e il 30 novembre. Renzi: «È allucinante: abbiamo visto tutti quello che è successo (i voti definiti ballerini, ndr) ma va bene così. Noi tenteremo di lottare fino all'ultimo giorno contro l'apparato». Un altro «no» riguarda la pubblicazione dei verbali del voto. Renzi su Twitter: «Sono pronto a pubblicare su internet i verbali a mie spese in tre ore». A Bologna si sta scatenando il putiferio perché l'ufficio in cui gli elettori tardivi si potranno giustificare, in tutta la provincia, sarà soltanto uno, dalle 10 alle 16.
A Porta a Porta, Renzi ha chiarito le sue provocazioni: «Non ho mai detto che se facessi un partito avrei il 25%. Ho citato un sondaggio della Gruber. Ma io voglio cambiare il centrosinistra. Di faccia ne ho una sola. Se perdo resto a Firenze e non chiedo nulla in cambio». Non lo farà ma intanto l'ha detto. Come non accusa nessuno di brogli: «Ci sono stati errori ma non facciamo polemiche, se vince Bersani nessun broglio, nessun complotto». Ma allo stesso tempo avverte: «Basta che stiano attenti ai numeri». E confida nei voti «di Vendola contro l'apparato».
Sui biglietti aerei da presentare ai comitati, due renziani doc, i deputati Andrea Sarubbi e Roberto Giachetti, su Twitter lanciano l'idea eversiva: «Stampateveli su internet, dove c'è un generatore automatico» di documenti aerei per qualunque località del mondo. Sarubbi ha creato un biglietto finto da cui risulta che Stumpo se n'è andato a New York il giorno delle primarie.
Per il comitato dei Garanti delle primarie possono votare solo gli elettori che lo hanno fatto al primo turno
Per poter votare domenica è necessario dimostrare la «motivata impossibilità» della mancata registrazione
Per i renziani invece possono votare domenica tutti coloro che non sono riusciti a completare la registrazione online
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.