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I nostri politici? Sono su Marte

Nonostante la batosta elettorale, non imparano la lezione e continuano a discutere di alleanze e cavilli

I nostri politici? Sono su Marte
Ci voleva la batosta eletto­rale. Ci voleva l'avanzata dei grillini. Ci voleva la stilettata dell'astensione. Ma adesso, alla buon’ora, i partiti hanno capito la lezione. E così, da quattro giorni, hanno final­men­te cominciato a discutere at­torno alla questione fondamen­tale che angustia il Paese: con chi si deve alleare l’Udc?Alle vol­te non sembra, ma il messaggio dell'urna arriva chiaro. I leader politici hanno capito il dramma degli italiani, che colpiti dura­mente dalla crisi economica, non smettono di chiedersi inces­santemente l'un l'altro: ma Pier­ferdi dove andrà? E l’Api di Pino Pisicchio lo seguirà? E Briguglio del Fli con chi si schiere­rà? Il Pd mollerà Vendola oppure no? Qual è l’opinione al riguardo di Roberto Menia? E quella del nu­mero due dei finiani Italo Bocchi­no? Ma soprattutto: posto che Boc­chino è indiscutibilmente il nume­ro due, i finiani sono sicuri di ave­re ancora almeno un numero tre, se non un quattro, cinque, etc?

In effetti di consensi i partiti sembrano averne assai pochi. In compenso sono pieni di alleanze. Ne fanno e ne disfanno cento al mi­nuto: Bersani dà l’ultimatum a Ca­sini ( «Scelga tra noi e il polo regres­sivo »), Beppe Fioroni invita a «non mollare Vendola»,l’Udc ten­de la mano ai «responsabili del Pdl», Claudio Scajola ascoltando la parola «responsabili» si sente chissà perché chiamato in causa e risponde: «Porte aperte», Fabrizio Cicchitto fa da eco, e intanto, men­tre il Terzo Polo si chiede se deve continuare a vivere, Adolfo Urso di FareItalia gli ha già celebrato il funerale e vuole costruire la «casa dei riformisti». Peccato, però, che la casa dei riformisti la voglia co­struire anche Veltroni, ma senza Vendola, e magari anche senza Ur­so, con Di Pietro forse ma non è detto. La situazione, voi capirete, è complessa e infatti a un certo punto la agenzie di stampa ci av­vertono: «C’è tensione fra Fli e Api». Roba forte, si capisce. Roba di cui l’intera nazione si interessa, se non altro perché così scopre che Fli e Api esistono ancora. E che almeno la tensione è rimasta con loro, vivaddio. A differenza de­gli elettori.

C’è sempre qualcuno a un certo punto che tira fuori la foto di Va­sto. Ormai è così famosa che tra un po’ la chiederanno al Louvre: c’era una voltala Gioconda, ades­so ci sono i giocondi. «La foto di Va­sto va allargata», «la foto di Vasto va dimenticata». È evidente, no? Per risolvere i problemi del Paese non ci vuole un progetto, non ser­ve un’idea. Macché: basta un gran­dangolo. Il prossimo leader della sinistra chi sarà? Cartier Bresson? In attesa del clic salvifico, Bersani e Vendola litigano un po’ sull’alle­anza, tanto per cambiare: uno vuol fare il leader, l’altro gli lascia intendere «con il piffero che fai il leader»,e gli dà dell’«ibrido incom­prensibile e ambiguo».

Ricompare all’improvviso an­che Veltroni che esce con un’im­magine rubata dal manuale del piccolo enigmista: «Viviamo due cifre capovolte, il '29 della crisi eco­nomica e il '92 della crisi politica». Accidenti, che colpo di genio: le ci­fre capovolte. Come non abbiamo fatto a pensarci prima? Adesso, con le cifre capovolte, siamo quasi contenti di essere finiti anche noi a gambe all’aria.

È evidente che gli italiani non parlano d'altro, ogni mattina, quando vanno in posta e provano a capovolgere anche i numeri del­le bollette da pagare. Giuro li ho sentiti:«Viviamo fra il '29 e il '92,ca­ra signora». «No, a me sembra più un '94 e un '49». «Ma dove pagare 72 euro o 27?».C’è persino qualcu­no che se li gioca al lotto i numeri, per dire. Sempre interrogandosi, s’intende, su quale sarà l’alleanza giusta: Pd-Sel con Udc e Fli oppu­re Pdl con Udc e Api con pezzi di Fli? Il Ppe esisterà mai? Il Partito della Nazione esiste ancora? La crisi incombe, il mutuo è insoste­nibile, il pieno di benzina un salas­so. Ma chi se ne importa? Fini ha convocato una riunione per deci­dere sulle questioni fondamentali del Paese: deve decidere se fare o no il suo discorso stasera a Saron­no. Un discorso, inevitabilmente, molto amaro. Anzi, amaretto.

Del resto, si sa, gli italiani sono lì, appesi alla decisione, non aspet­tano altro che il nuovo annuncio, la nuova dichiarazione. Vogliamo sapere la nuova alchimia, la nuo­va formula magica, la trovata alfa­numerica con cui i politici pensa­no di rispondere alle domande più urgenti del Paese: Fabio Gra­nata sarà ancora alleato di Loren­zo Cesa? E con chi si schiereranno Giovanni Pistorio o Silvano Mof­fa? Voi capite, sono interrogativi da cui non si può prescindere.

E mettere queste questioni senza in­dugio sul tavolo, porre al centro del dibattito con coraggio questi temi fondamentali, sicuramente porterà i partiti a far aumentare presto voti e consensi. Non i loro, però. Quelli di Grillo.

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