La pressione è alta. Troppo alta. La massima è schizzata a 208. Poi ci sono i dolori al torace, l'infiammazione degli occhi e il peso dell'età. Altro che malattia diplomatica, escogitata per sfuggire all'assedio del tribunale. C'è, in questo momento, «un elevato rischio per la salute del Cavaliere». Scrivono proprio così i tre periti inviati dal tribunale al San Raffaele per valutare il quadro clinico del paziente, ricoverato da venerdì nell'ospedale fondato da don Verzè. La visita fiscale, che qualcuno considerava poco più di una formalità, impone invece un brusco stop al ruolino di marcia della procura di Milano che correva con il cronometro in mano: per Marco Grandi, medico legale, Cesare Fiorentini, cardiologo, e Stefano Gambaro, oculista, Berlusconi deve rimanere al San Raffaele per almeno «6/7 giorni» e fuori dai giochi processuali per un'altra settimana, così da poter curare l'uveite che lo tormenta.
Il terzetto non usa mezze misure nell'allarmata relazione inviata alla magistratura al termine del consulto svoltosi nella suite occupata dal leader del Pdl: «Il quadro d'instabilità pressoria in soggetto con precedenti di valori di patologia cardiovascolare costituisce elevato rischio per la di lui salute, soprattutto in relazione a ulteriori momenti di stress elevato». Il linguaggio è tecnico e un po' tortuoso, ma il senso è chiaro. Il Cavaliere non solo non deve andare in aula, ma deve rimanere dov'è. Per continuare le cure e il monitoraggio del cuore e sottoporsi ad alcuni esami, a cominciare dalla Tac coronarica prevista per oggi. Niente di drammatico, intendiamoci, ma i guai sono seri e il cuore, già aiutato da un pacemaker impiantato nel 2006 a Cleveland, negli Stati Uniti, non dev'essere affaticato.
«Non ho mai provato imbarazzo per la mia salute», spiega lui a chi viene a trovarlo. Non ha mai nascosto nulla, non ha mai minimizzato ma, a leggere il triplo parere, nemmeno enfatizzato. Alberto Zangrillo, il medico personale del Cavaliere sommerso in rete da una valanga d'insulti, riassume il quadro con una battuta fin troppo chiara: «Berlusconi deve riposare. Le visite sono vietate. Oggi ho mandato indietro 150 parlamentari». Sì, i deputati e i senatori che, dopo aver manifestato davanti al tribunale, si erano avventurati fino ai cancelli d'ingresso del San Raffaele vengono rimandati indietro. Non siamo ad Arcore e il Cavaliere deve rallentare i suoi ritmi. Ma fino a un certo punto. E così, fra un controllo e uno screening, Berlusconi semina le guardie del corpo che lo tengono d'occhio e improvvisa tour fuori programma nei reparti dell'ospedale. Marco Ficarra se l'è visto piombare ai piedi del suo letto già due volte: sabato e ieri mattina. «Indossava occhiali da sole con lenti fotosensibili - racconta ai cronisti - Mi ha chiesto come stavo e se avevo bisogno di qualcosa. Ma io, che l'ho pure votato, non ho saputo dirgli quasi niente, perché ero emozionato. Però il suo mi è sembrato un gesto di grande umanità». Stesso siparietto con il vicino di stanza, Jammali, buttafuori a San Siro. Fin troppo facile indovinare che il colloquio abbia virato verso il Milan, alla vigilia della delicatissima partita con il Barcellona.
Le passeggiate su e giù per l'ospedale, dove oggi il Cavaliere ha ricevuto la visita della figlia Barbara, proseguiranno.
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