È probabile che ogni sera, prima di addormentarsi, il professor Christian Agrillo, psicologo sperimentale delluniversità di Padova, legga qualche pagina del libro «Il pallino della matematica» (Mondadori) del suo collega Stanislas Dehaene. Cè infatti un invisibile «filo numerico» che lega Agrillo a Dehaene: una specie di pallottoliere a misura di animale.
Léquipe scientifica di Agrillo sostiene infatti di aver scoperto che «i pesci sanno contare...»; aggiungendo subito dopo - quasi a voler sopire eccessivi trionfalismi - «...ma solo fino a quattro». I ricercatori di Padova sintetizzano così: «Abbiamo individuato nel Nord America dei pesci che hanno la capacità di contare quanti altri pesci nuotino vicino a loro, anche se il conteggio si ferma, appunto, a quattro». Una abilità simile a quella già riscontrata in molte altre specie animali. E qui entra in ballo Dehaene che, già una decina di anni fa, ebbe modo di spiegare che «il cervello umano possiede un meccanismo di comprensione delle quantità numeriche ereditato dal mondo animale».
In realtà, anche in campo matematico, uomo e animale sono molto più simili di quanto si creda. Fin dalla nascita, infatti, entrambi dispongono di un «accumulatore» interno in grado di valutare, in modo approssimativo, gli oggetti che lo circondano. Ed è proprio questo «accumulatore» che porterebbe i Gambusia Holbrooki (i pesciolini del nord America analizzati dagli studiosi padovani) a «contare fino a 4». Il professor Agrillo ha riscontrato il fenomeno lo scorso anno in una femmina di pesce mosquito che, assediata da un maschio, ha tentato di evitare le sue «attenzioni» infilandosi in un branco di pesci più grande, segno che i pesci «sanno distinguere i banchi piccoli da quelli grandi». Il team italiano ha condotto una serie di esperimenti e i risultati sono stati pubblicati sul sito di storia naturale della Bbc, loveearth.com.
Attraverso esperimenti di laboratorio si è visto come, mettendo un pesce da un lato di una vasca e ponendo dallaltro lato gruppi di pesci di numeri diversi, il pesce «solitario» riconosca il gruppo più numeroso e tenda ad aggregarsi a questo. Questo avviene quando il pesce deve scegliere tra gruppi di 2 o 3, o di 3 o 4. Quando però davanti al pesce stanno gruppi, ad esempio, di 5 o 6 pesci, il pesciolino solitario non riesce ad individuare il gruppo composto da più pesci. Nuovamente, è capace di farlo se la differenza numerica tra i due gruppi è molto accentuata, come nel caso abbia davanti un gruppo di 8 pesci e uno di 16.
«Le capacità matematiche dei pesci - sottolineano i ricercatori - sono simili a quelle che hanno i bambini tra i sei e i dodici mesi di età, quando sono in grado di contare a livello visivo piccoli numeri e di stimare con molta approssimazione quelli più alti». Forse anche per questo i cuccioli di uomo, amano così tanto un cucciolo di pesce pagliaccio di nome Nemo.
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