L'articolo della domenica

I Professori del sabato e il paziente che non guarisce

Quando osservo gli economisti che ci go­vernano ho l’impressione di essere in mezzo ai medici del Settecento che, per ogni ti­po di malattia, avevano una sola cura: il salasso

Quando osservo gli economisti che ci go­vernano ho l’impressione di essere in mezzo ai medici del Settecento che, per ogni ti­po di malattia, avevano una sola cura: il salasso. Curavano col salasso anche l’anemia. E questo mi fa pensare che o non conoscono la malattia o, se la conoscono, non la possono aggredire.

Quale è stato il punto di partenza di questa cri­si? La liberalizzazione sfrenata del commercio mondiale voluta dagli americani negli anni Ot­tanta. Dopo gli accordi del Gatt e del Wto, le im­prese occidentali si sono spostate nei Paesi a basso costo di manodopera e soprattutto in Ci­na, da cui abbiamo importato prodotti che han­no aumentato la deindustrializzazione e la di­soccupazione da noi. Inoltre concediamo loro di mettere dazi contro le nostre esportazioni, ma non abbiamo protezioni su ciò che essi pro­ducono senza le nostre normative sociali. Nello stesso tempo, per conservare un tenore di vita elevato, per pagare una amministrazione pub­blica pletorica e inefficiente, per mantenere in­teri settori sociali arretrati, alcuni Stati occiden­tali, fra cui l’Italia,si sono indebitati e i loro titoli pubblici sono diventati insicuri. Fino al mo­mento in cui, col crescere della concorrenza mondiale, coloro che volevano fare dei rapidi guadagni e non erano più sicuri di farli nella pro­duzione si sono mess­i ad usare in modo sfrena­to la finanza giocando d’azzardo su tutto, anche sugli Stati europei. La nostra è ormai diventata una economia speculativa e perfino il seriosissi­mo governo italiano che licenzia il dieci per cen­to dei dipendenti pubblici poi invita gli altri a mangiarsi lo stipendio con il poker, la roulette o nelle slot machine di cui ha riempito il Paese.

Questa è la malattia di cui avremmo dovuto discutere da molti anni in tutti i talk show, nei te­legiornali, negli approfondimenti, molto pri­ma della crisi finanziaria, domandandoci tutti insieme come difendere e potenziare la macchi­na scientifico-tecnologica e produttiva del no­stro Paese. Ma ne avete mai sentito parlare? Ec­co perché oggi mi sento imbarazzato fra medici che usano il salasso anche su settori vivi e vitali.

Non sento parlare di frenare la deindustrializza­zione, di accrescere la produttività, di sviluppa­re la ricerca applicata, in sostanza di affrontare la causa prima di questa crisi economica e, più in generale, di come ridare all’Italia e all’Euro­pa un futuro produttivo. 

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