I veri fascisti sono nascosti tra i pro Pal

All'interno dei gruppi pro-Pal, alquanto eterogenei, hanno trovato collocazione individui violenti e pericolosi

I veri fascisti sono nascosti tra i pro Pal
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Gentile Direttore Feltri,
i soliti «intellettuali a senso unico» hanno protestato perché le manifestazioni a favore dei palestinesi (e contro Israele!) sono state vietate dalle questure in tutta Italia. Hanno citato, come sempre, la Costituzione (la legge suprema dello Stato che molti di loro non hanno mai letto, ma fa chic citarla...) che all'art. 17 stabilisce che: «I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi», ma omettendo di proseguire nella citazione con il terzo comma che recita: «Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica».
Dunque esiste un diritto, ma, come sempre, non si tratta di un diritto assoluto, ma relativo, soggetto a un preavviso cui le autorità possono dare parere negativo, come in questo caso e in altri simili. E che sarebbe stato saggio bloccare i cortei è emerso con tutta evidenza con gli scontri fra manifestanti violenti e polizia (con 34 agenti feriti solo a Roma... alla faccia del divieto di riunione pacifica e senz'armi!).
Gianluigi De Marchi

Caro Gianluigi,
avevo già affrontato questo tema, ma ci ritorno su tua sollecitazione, anche perché ci aspettano mesi in cui la tensione sarà altissima e il problema si ripresenterà, insieme alle consuete polemiche. Noi tutti abbiamo ormai capito che i movimenti pro-Pal sono alquanto eterogenei e comprendono al loro interno individui violenti e pericolosi, non soltanto gente che è mossa dal desiderio di mobilitarsi in favore della popolazione palestinese. Oltre a femministe, ecologisti, attivisti gay, a marciare in quei cortei, mescolati e mimetizzati, sono estremisti di sinistra, antisemiti, sostenitori dei terroristi islamici, soggetti che invitano alla lotta armata contro lo Stato e che, di fatto, sono andati allo scontro, lo hanno cercato, con le forze di polizia, tra cui si contano decine di feriti, pure gravi, in quanto la rottura delle ossa del bacino non è cosa di poco conto, ed è quello che ha subito un dirigente della Digos romana. Dunque, come dicevo, accadrà ancora quello che è avvenuto sabato scorso. Ravvisando concreti pericoli per l'ordine e la sicurezza pubblici le questure molto probabilmente vieteranno ancora talune di queste manifestazioni e allora la sinistra urlerà nuovamente allo scandalo, parlerà di violazione di diritti costituzionali, di abuso, di fascismo, di pugno duro del governo contro i cittadini che esprimono il loro pensiero e che protestano. Insomma, tale scelta verrà strumentalizzata per fare opposizione all'esecutivo, ma è ormai incontrovertibile che sussiste un conclamato rischio che questi cortei assumano una piega particolarmente brutale. E lo abbiamo visto con i nostri occhi. Le immagini parlano chiaro: gli individui a volto coperto, armati di bombe carta, bastoni, coloro che hanno divelto la segnaletica stradale per scagliarla contro gli agenti, avevano come obiettivo l'assalto del ghetto ebraico e non per distribuire caramelle, ne possiamo convenire tutti. Dovremmo ancora prenderci in giro e affermare che questi criminali non sono che bravi ragazzi che esercitano la loro legittima facoltà di esternare dissenso? Suvvia. Ma chi ci crede?

I progressisti blaterano di allarme fascismo, salvo poi difendere i fascisti veri, quelli che istigano all'odio razziale e alla violenza.

E prima o poi sarà necessario abbandonare ogni ambiguità e adottare una posizione netta, cosa che tuttora la sinistra si rifiuta di fare per evitare di scontentare i facinorosi antisionisti e antisemiti, quindi di perdere i voti dei nemici dello Stato e delle libertà.

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