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Idea choc: i ricchi costretti a comprare Btp

La proposta lanciata dal club Ambrosetti. E Grilli rilancia: "Dismissioni per 20 miliardi ogni anno"

Idea choc: i ricchi costretti a comprare Btp

nostro inviato a Cernobbio (Como)

Non siamo ancora arrivati alla vendita della Fontana di Trevi e del Colosseo. Ma bisogna avere pazienza: magari in un futuro non troppo lontano anche l'impensabile diventerà possibile. E, comunque al Workshop Ambrosetti, è stata presentata anche un'altra soluzione al problema del debito pubblico: il «prestito forzoso», ossia travestire la famigerata patrimoniale attraverso l'acquisto di titoli di Stato a lungo termine.
È lo stesso ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, nel corso del seminario a porte chiuse di Cernobbio ad anticipare alla platea di banchieri e imprenditori i programmi del governo per contenere il debito pubblico e anche il rischio spread. Esiste, infatti, un piano per cedere ogni anno una quota di patrimonio pubblico maggiore o uguale all'1% del Pil, in pratica con l'obiettivo di incassare circa 20 miliardi di euro. «Dobbiamo verificare se è possibile fare più dell'1%», ha spiegato Grilli precisando che si tratta di «una strada complessa» perché «ci vuole la cooperazione degli enti territoriali e bisogna mettere in moto i meccanismi di trasferimento dal pubblico al privato».

Le parole del ministro indicano chiaramente che la prima serie di cessioni non interesserà i «gioielli» quotati in Borsa (Eni, Enel, Finmeccanica, eccetera), ma soprattutto gli immobili di Stato, quelli spesso già occupati dagli uffici pubblici e in molti casi di proprietà di Comuni, Province e Regioni. Certo, la buona volontà c'è, bisognerà vedere come si concretizzerà considerato che fino a oggi sono state «trascurate» proposte alternative come quella del Pdl (fondo da 400 miliardi di attivi di Stato finalizzato all'emissione di obbligazioni) o come quella del tandem Amato-Bassanini (178 miliardi di dismissioni in 5 anni). In ogni caso, Grilli sa bene che un'azione su questo fronte non è più rinviabile anche perché con l'inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione («Bisogna integrare finanza statale e locale», ha ribadito) non ci saranno più molte leve sulle quali manovrare per favorire la crescita.

Ci ha pensato comunque il Comitato guida del Club Ambrosetti (team di capitani d'azienda e banchieri vicini alla società di consulenza) a elaborare una proposta-choc. Il prestito forzoso, ovvero la patrimoniale ripensata in maniera diversa: i grandi patrimoni - in caso di estrema necessità - dovrebbero essere obbligati ad acquistare i Btp a lunga scadenza al valore nominale (cioè al 100% del loro prezzo anziché alle quotazioni di mercato). Una tassa che, in caso di particolari svalutazioni come quelle legate alla crisi del debito, può arrivare al 30% della cifra richiesta. L'intervento secondo i leader consultati da Ambrosetti allungherebbe la durata del debito e consentirebbe la «restituzione dell'imposta» perché, se si aspetta la scadenza, ogni Buono del Tesoro viene sempre ripagato al 100%.

L'altra proposta - più strutturale - è quella di valorizzare il patrimonio artistico o creando un sistema di concessioni ai privati a canone annuo. L'alternativa è rappresentata da un fondo di investimento nel quale far confluire questi beni cedendone una quota di minoranza a uno o più partner. Con la seconda opzione si otterrebbe anche la diminuzione del debito pubblico.

Ecco, non si tratterà forse della Fontana di Trevi o del Colosseo, ma in qualche modo ci si avvicina.

E sicuramente non è un caso che il governo a questi richiami non sia insensibile.

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