Imboscata anti Cav dei grillini per nascondere il caos stipendi

"Voteremo l'ineleggibilità di Berlusconi". Ma c'è poca trasparenza sulle loro buste paga

Beppe Grillo mentre lascia Villa Valente
Beppe Grillo mentre lascia Villa Valente

Roma - Rimarranno asserragliati in aula fino a mezzanotte. Alla Camera e al Senato. L'okkupazione a Cinque Stelle è dichiarata e sbandierata. Tutti i dettagli sono stati illustrati ieri dai due capigruppo Roberta Lombardi e Vito Crimi. I grillini chiedono con furore l'avvio delle commissioni parlamentari, che ancora non sono state costituite. E quindi: oggi permanenza a oltranza nei due emicicli. I grillini vanno alla guerra. Anche contro Silvio Berlusconi. I soliti Lombardi e Crimi hanno anche annunciato che chiederanno che «tutti votino» perché il Cavaliere sia «ineleggibile», primo di «una lista di trenta ineleggibili» che i grillini si preparano a presentare in Parlamento. Non hanno però fornito, i due portavoce del M5s, la lista precisa dei compensi che i loro eletti prenderanno con il primo stipendio parlamentare: «Per quanto riguarda la diaria e le spese di esercizio del mandato abbiamo deciso di rimandare la rendicontazione a quando avremo in mano le prime buste paga», ha risposto Crimi alle domande incalzanti.

La risposta ancora vaga arriva nel giorno in cui da Repubblica si allungano le prime ombre sull'integrità grillina in materia di stipendi parlamentari. La reazione dell'ex comico è stata veemente: «Quante balle si possono infilare in poche parole - ha scritto Grillo in un tweet mattutino - Certamente La Repubblica batte ogni record». Secondo la ricostruzione del quotidiano di largo Fochetti, nell'ultimo summit dei Cinque Stelle nel casale alle porte di Roma si sarebbe discusso a lungo di come comportarsi, una volta arrivato lo stipendio, con la diaria parlamentare. I grillini avevano infatti annunciato in campagna elettorale che avrebbero rinunciato alla metà dell'indennità, percependo quindi non 5mila euro come tutti, ma 2.500. Non avevano fornito però particolari sulla diaria, la voce da 3.500 euro in cui un deputato può far rientrare le spese del soggiorno e i pasti a Roma. Avevano spiegato genericamente che tutto il resto della busta paga sarebbe stato rendicontato, con l'intenzione di ogni deputato di ottenere un esclusivo rimborso spese e niente più. Ma conservare tutti gli scontrini è un lavoro enorme, si è opposto qualcuno. Il senatore Roberto Cotti, intervistato da Un giorno da pecora, ha promesso che al primo stipendio di aprile percepirà solo quanto sarà segnato sul rendiconto spese, ma ha pianto miseria: «Io ho dovuto chiedere un prestito, perché sennò non ce la facevo. Finora i soldi me li ha prestati mia sorella».

Secondo la ricostruzione di Repubblica, Grillo avrebbe consigliato di tenere la diaria integrale senza perdere tempo in calcoli. Per questo la reazione del leader del Movimento ieri è stata durissima: «Consiglio a La Repubblica - ha scritto sul blog - di concentrarsi su notizie fondamentali come l'affare Monte dei Paschi/Santander di cui sulla prima pagina di oggi non c'è cenno. Perché?». Ma di fatto Crimi non ha dato una versione definitiva al giallo della diaria della sua squadra. Molto più determinati, Lombardi e Crimi, sulle iniziative di protesta. Hanno annunciato anche che è stata depositata la proposta di legge per l'abolizione immediata dei rimborsi ai partiti. I fondi saranno destinati «alle piccole e medie imprese».

La ricetta contro l'immobilismo parlamentare è l'esproprio degli spazi istituzionali, fino allo mezzanotte e un minuto. Dopo di che si levano le tende, «anche per rispetto del personale in servizio», ha chiarito la capogruppo a Montecitorio. L'invito a occupare oggi le aule è esteso «a tutti i gruppi parlamentari». Giovedì, poi, i grillini auto-convocheranno le commissioni (che non ci sono).

Un altro gesto simbolico per chiedere che si faccia in fretta. Anche perché le elezioni a giugno «non le vogliamo», ha scandito Crimi. M5S chiede anche la presidenza della commissione vigilanza del consiglio regionale del Lazio.

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