Patricia Tagliaferri
RomaIl governo prepara il rush finale con l'Europa in vista di mercoledì, quando - salvo sorprese - sarà chiusa la procedura di infrazione contro l'Italia per deficit eccessivo. Ieri pomeriggio il premier Enrico Letta ha incontrato a Palazzo Chigi il vice Angelino Alfano e Fabrizio Saccomanni. Il ministro dell'Economia ha illustrato lo stato della trattativa che ci porterà fuori dalla procedura. Premessa indispensabile per le scelte future del governo. Ma dal ministero dell'Economia è anche arrivato un invito alla prudenza, soprattutto in questi ultimi giorni prima del giudizio di Bruxelles.
Quindi, più tempo prima di varare la proroga dei due sgravi fiscali per le ristrutturazioni (al 55 e al 50%) attesi al prossimo Consiglio dei ministri. Prudenza anche su un eventuale taglio del cuneo fiscale, chiesto a gran voce dalle imprese. Le risorse non sono sufficienti, se si vuole procedere con l'Imu oltre la proroga a settembre e con l'Iva, evitando il rincaro di luglio.
I margini di manovra sono strettissimi. Se dall'Europa tra tre giorni dovesse venire uno stop, sarebbero nulli. Non avremmo la possibilità di arrivare fino al limite della soglia del 3% del deficit, come è successo con i debiti della pubblica amministrazione e non potremmo fare valere la nostra posizione al Consiglio europeo di fine giugno, da cui dipendono le misure per l'occupazione giovanile.
Il vertice tra il premier Letta e Alfano è una consuetudine prima dei passaggi importanti, è servito a fare il punto anche su questo. Il premier considera l'appuntamento di fine giugno fondamentale per il rilancio dell'occupazione e per questo ha scritto al presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy ringraziandolo per aver accolto la proposta italiana al centro del prossimo vertice. Anche se «possiamo e dobbiamo fare di più sul lavoro, o si finirà per alimentare frustrazione e risentimento». Di più per gli oltre 2,2 milioni di giovani che in Italia non riescono a trovare un lavoro.
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