Inchiesta urbanistica, chi è Christian Malangone, braccio destro del sindaco Beppe Sala

Già nel 2015, quando Sala era commissario di Expo, l'attuale segretario generale di Palazzo Marino era il suo collaboratore di fiducia

Inchiesta urbanistica, chi è Christian Malangone, braccio destro del sindaco Beppe Sala
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C'è un nuovo nome che gravita attorno all'inchiesta urbanistica che coinvolge il Comune di Milano ed è quello di Christian Malangone, braccio destro di Beppe Sala, segretario generale di Palazzo Marino e city manager. Non è presente la sua iscrizione nel registro degli indagati ma il manager è presente in una chat di gruppo chiamata "Pirellino" con Manfredi Catella e Giancarlo Tancredi. La procura, come riporta il Corriere della sera, scrive che "dalle chat Catella-Tancredi, Catella-Malangone e Catella-Sala il quadro generale delle condotte degli indagati assume autentico allarme sociale, in termini di mercimonio della funzione pubblica consumata dall’assessore Tancredi in sintonia con il segretario generale del Comune".

A Christian Malangone non è stato sequestrato il telefono, il che rende meno solido il "rischio che, se fossero revocati i domiciliari e fosse consentito a Tancredi e a Marinoni di contattare liberamente chicchessia", questi "si potrebbero accordare con Malangone per far 'sparire' le prove allo stato ancora non acquisite in quanto non note". Una tesi che si scontra anche con quanto già dichiarato dal gip Mattia Fiorentini, che aveva implicitamente escluso l'esigenza cautelare per il rischio di inquinamento delle prove convocandoli per "l'interrogatorio preventivo". In base alla nuova legge voluta da Carlo Nordio, infatti, questo tipo di interrogatorio viene usato dal giudice solo quando il suo timore principale è che gli indagati possano ripetere il reato, e non che possano far sparire le prove. Nella giornata di oggi si terrà il riesame sia per Tancredi che per Marinoni, che arrivano dopo la decisione di revoca delle misure detentive per Andrea Bezziccheri e Alessandro Scandurra.

Sala ha grande fiducia in Malangone, come dimostra il fatto che prima ancora di diventare sindaco di Milano lavorava fianco a fianco con l'attuale segretario generale del Comune.

Nel 2015, quando Sala era commissario di Expo, Malangone era il suo braccio destro e nel 2017 è stato assolto perché "il fatto non sussiste" dall'accusa di reato di "induzione indebita" per presunte pressioni sull'allora presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni.

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