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"Indagine assurda". Renzi in tackle sul caso Open

Il j’accuse del leader di Italia Viva: "Inchiesta nata da un pregiudizio ideologico, così assurda da aver visto cinque sentenze di annullamento della Cassazione ancora prima dell'udienza preliminare"

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Venerdì una nuova udienza in tribunale a Firenze nell’ambito del processo Open, la vicenda giudiziaria che vede indagato Matteo Renzi dalla Procura fiorentina per i presunti finanziamenti illeciti alla Fondazione che sosteneva le sue iniziative politiche quando era segretario del Partito Democratico e primo ministro. “Anche oggi mi presenterò in Tribunale”, ha esordito il leader di Italia Viva nel suo editoriale per Il Riformista, un vero e proprio intervento a gamba tesa: “Come ogni cittadino, vado in Tribunale cancellando gli impegni politici per una inchiesta nata da un pregiudizio ideologico che sarà ricordato come uno dei tanti flop, più grave di altri per la straordinaria eco mediatica iniziale, anche se da quando la Cassazione ha demolito l’indagine dei PM nessuno ne parla più”.

Secondo il senatore di Rignano, lo scandalo Open non è quello degli organizzatori della Leopolda, bensì quello di un’indagine “così assurda da aver visto cinque sentenze di annullamento della Cassazione ancora prima dell’udienza preliminare. Cinque! Credo sia un record”. Ma il “suo” giornale non seguirà l’udienza preliminare al Tribunale di Firenze, né l’eventuale processo: "Questo giornale non è il luogo della mia difesa. Mi difendo da solo: 'Il Mostro' è stato un best seller, non ho mai rifiutato di rispondere ai giornalisti, ho denunciato i magistrati che ritenevo responsabili perché chi è stato Presidente del Consiglio ha l'obbligo di rispettare le istituzioni. E se ritiene che qualcuno sia in malafede ha il dovere di denunciarlo, non il diritto di farlo".

Citando Enzo Tortora, Renzi ha rimarcato di sapere di essere innocente e di sperare che lo siano anche i magistrati che lo indagano “ingiustamente”. Ma non solo. L’ex primo ministro ha invocato una riforma del ministro Carlo Nordio capace di far tornare a credere in una giustizia giusta: “Magari dalle vergognose indagini fiorentine nascerà una nuova consapevolezza nella magistratura italiana. Siamo pronti a farci sorprendere: Open to Meraviglia”, la chiosa con un calembour tra l’inchiesta che lo vede coinvolto e la campagna lanciata dal ministero del Turismo.

La Procura di Firenze considera Renzi direttore di fatto della ex Fondazione Open ed è accusato di finanziamento illecito ai partiti in concorso con l'ex presidente, l'avvocato Alberto Bianchi, e i componenti del consiglio d’amministrazione.

Insieme a loro sono imputate altre dieci persone, tra cui i parlamentari Maria Elena Boschi e Luca Lotti, e l'imprenditore Marco Carrai.

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