"Quei comunisti pieni di case". Depardieu spiana i registi chic

Lo sfogo dell'attore contro Scola & Co., i cineasti italiani che gli avevano dato dell'evasore fiscale

"Quei comunisti pieni di case". Depardieu spiana i registi chic

Ci voleva un eretico della Gauche caviar come Gérard Depardieu, che una volta non si perdeva un comizio del Pcf e oggi fa il conservateur, per rinfacciare all'Italia tutta la finzione morale della sua intellighenzia cinematografara. Intervistato ieri dal Corriere della Sera, l'attore francese ha detto quello che fuori dal mondo del cinema tutti sanno, ma dentro il mondo dei salotti culturali nessuno vuol sentirsi dire: «I registi italiani? Tutti comunisti, con case ovunque...».
Certo, Depardieu è un istrione, eccessivo, ingestibile. Certo, la frase l'ha tirata fuori parlando di Ettore Scola, che l'aveva attaccato dandogli dell'evasore fiscale. Certo, Depardieu è incattivito col mondo, da quando, in polemica col fisco francese, ha preso la cittadinanza russa ed è stato massacrato dai giornali. Tutto vero.

Ma è anche verissimo quello che ha detto. Gabriele Muccino ha una villa all'Olgiata, la Beverly Hills romana. Roberto Benigni ha una villa su un'isolotto alla Maddalena, e una villetta a Forte dei Marmi. Gabriele Salvatores ha una casa a Ibiza, una in via Margutta a Roma, e fino a qualche tempo fa un casale nella campagna lucchese. Ozpetek sta a Sabaudia. Alessandro D'Alatri a Ventotene. Bernardo Bertolucci una bellissima villa a Sabaudia, sulle dune, e ha fatto anche una battaglia «civile» per non far passare sul suo vialetto i poveracci che vanno alla spiaggia libera. Scamarcio sta ristrutturando una masseria nel Salento. Amendola abita insieme con Francesca Neri in un condominio di lusso nel centro di Roma, e insieme hanno casa a Capalbio. Come tanti altri, da Lucrezia Lante della Rovere a Margherita Buy. La pasionaria Ferilli invece ha villa a Ischia... Citando Tornatore, che tiene villa a Lavinio, più lo studio all'Aventino, più la casa di Roma, Stanno tutti bene.
Artisti che combattono ancora la lotta di classe, ma dall'altra parte. Li ricordate gli intellettuali comunisti in dolcevita e Martini che mandavano una Lettera aperta a un giornale della sera, impegnandosi a partire per la guerra del Vietnman, ma si fermano nella villa al mare a fare colazione con le teiere d'argento?

È gente, come la femminista della Grande bellezza, che alla sera in terrazza snocciola il curriculum di sinistra, e di giorno negli studios è «costretta» a lavorare con Medusa. Oppure - come Bellocchio, o Tornatore, o Virzì quando alla guida di Monte dei Paschi c'era Giuseppe Mussari - accetta di girare video da 10 milioni di euro per un minuto e dieci secondi di spot.
Depardieu ha detto una banalità. Cose che sa bene sia chi va in affitto a Torvajanica sia chi tiene la villa in Costa Smeralda.

Ha solo smascherando sul giornalone della sera l'insuperabile contraddizione di coloro che narrano magnificamente la corruzione morale dei parvenu brianzoli o il degrado umano di Scampia, ma scrivendo comodamente i copioni a Porto Cervo. «Un altro Bloody Cesar, Ernesto... Grazie»

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