Ingroia ora mendica l'alleanza di Grillo

Il pm di Palermo alla ricerca di una casa politica. La sua lista gli sta già stretta e bussa alla porta del M5S

Il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia
Il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia

Roma Aveva provato a bussare alla porta del Pd: «Dobbiamo confrontarci con Bersani», aveva detto alla prima uscita pubblica da uomo politico e non più da magistrato. Ora bussa ancora, bussa per cercare alleanze, per trasformare il suo ancora piccolo movimento, Rivoluzione civile, in costola di un progetto più forte. Magari proponendosi come aspirante premier. E quindi il giro delle sette chiese di Antonio Ingroia, magistrato in aspettativa da poco votato alla politica, tocca adesso casa Grillo. Sfacciatamente, come un'implorazione, due giorni fa aveva pubblicato una lettera su il Fatto quotidiano chiedendo a Beppe l'alleanza. Ieri, ancora. Ingroia insiste: stiamo insieme. Stavolta è Terza primavera, associazione vicina all'ex procuratore aggiunto di Palermo, a chiedere aiuto al leader del Movimento cinque stelle. Dal gruppo ingroiano si sottolinea come Berlusconi sia «nervoso» per i sondaggi che assegnano alla lista Rivoluzione civile di Ingroia percentuali «a due cifre», nervoso «per l'erosione di voti». Come se i voti della lista Ingroia provenissero dal Pdl. Terza primavera critica poi il Pd, che chiama alla battaglia Matteo Renzi «per recuperare un'immagine ormai opaca». Infine si torna alla carica: «Farebbe bene Grillo a dare un'occhiata ai sondaggi. Si accorgerebbe che il suo movimento unito ad Ingroia vincerebbe le elezioni». Nei sogni sarebbe questo il vero quarto polo, non l'ancora debole unione di ex dipietristi neo-ingroiani e movimento arancione, ma una grande alleanza, estesa al fortissimo Grillo. L'ex magistrato, però, ancora arranca sul terreno del comico. Su Twitter l'account «Io ci sto» raggranella meno di 3mila follower. E il social network ha sospeso l'account di Rivoluzione civile, per motivi che Ingroia sta indagando, denunciandolo ripetutamente. In compenso ieri è tornato a colpire il bersaglio preferito: «L'imputato Berlusconi» deve procedere «alla sparizione dalla scena politica», ha scritto.

Ingroia cerca una casa politica, la sua lista gli sta stretta. Come gli stava stretto il Guatemala, abbandonato in queste ore per dedicarsi alla campagna elettorale. L'incarico assegnato dall'Onu termina anzitempo. Ma Grillo per ora rimane in silenzio. L'amore non è corrisposto. Una sua risposta è stata sollecitata sul suo blog anche da un iscritto, ma niente. Qualche elettore lo stuzzica: «Raitre deve chiudere. È questo tipo di linguaggio violento che mi ha convinto a non votare il M5s. Non mi rimane che Ingroia!», scriveva ieri Luigi P, da Sassari.
C'era stato un momento, però, in cui le strade di Grillo e Ingroia sembravano essersi affiancate. Il comico genovese aveva ospitato proprio sul suo blog un commento dell'ex procuratore aggiunto su stragi di mafia e verità. In autunno era circolata l'indiscrezione secondo la quale Ingroia potesse essere il candidato del Movimento 5 stelle, partito che da sempre ha problemi di leadership reale, non potendo Grillo candidarsi alle elezioni perché privo della fedina penale pulita. Voce smentita dallo stesso Ingroia, in partenza per il Guatemala. Tempo poche settimane e il magistrato ha fatto dietrofront. Entra in politica e vuole giocare per vincere.

I Cinque stelle intanto stanno allargando il loro campo di azione. Ora è agli imprenditori che puntano, soprattutto quelli del Nord. È la campagna padana, nella terra della Lega che trema. A Brescia e a Lecco sono partiti da alcune settimane una serie di incontri tra rappresentanti del M5s e imprenditori. A Brescia il trascinatore è Flavio Firmo, grillino e titolare di una ditta di infissi a Castel Mella, ex roccaforte leghista. A Lecco c'è Francesco Orrù, imprenditore esperto di start-up.

E lo stesso Grillo, dopo diversi post dedicati agli operai, ora parte alla nuova conquista: «Il piccolo e medio imprenditore uomo dell'anno», ha scritto ieri, in un omaggio tutto dedicato al padroncino italiano, «un po' martire, un po' eroe, testardo, cocciuto, indipendente, orgoglioso. Qualche volta suicida».

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