Matteo Salvini come Benito Mussolini. Questo il senso di alcuni post che sono comparsi nella giornata di oggi in un frequentatissimo gruppo di giovani immigrati, magari anche italiani di seconda o di terza generazione. Sono i cosiddetti "maranza", termine di cui pare vadano abbastanza fieri, che hanno messo nel mirino il leader della Lega, nonché ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, perché ha fortemente stigmatizzato il blocco attuato nella stazione di Bologna centrale durante una manifestazione pro-Palestina. Blocco che ha portato a ritardi e cancellazioni sia sulle linee regionali che su quelle dell'Alta Velocità.
"Questi imbecilli, a Bologna, hanno danneggiato migliaia di viaggiatori bloccando decine di treni con pendolari, studenti e lavoratori. Non siamo più disposti a tollerare questi atti criminali: ci saranno conseguenze", ha detto il ministro a commento delle immagini della stazione. In un secondo momento ha poi aggiunto: "Chi ha sbagliato e ha rovinato la giornata a migliaia di lavoratori e studenti, pagherà". Le prime identificazioni sono già state effettuate, tra i reati che potrebbero essere contestati ai manifestanti c'è quello di interruzione di pubblico servizio, per esempio. Ma ai "maranza", che sono spesso allergici a qualunque tipo di legge e di regola, tutto questo non piace ed ecco che quindi, nel loro gruppo (chiuso) e ad accesso non facile, è comparsa la minaccia per Salvini: "Inshallah presto ti appendiamo in piazzale Loreto".
Questo il primo post condiviso nella notte che, per il suo linguaggio violento, ha subito la censura automatica da parte di Meta. "Salvini amico delle guardie e dell'algoritmo", è stato il commento degli amministratori, che non si sono comunque arresi e hanno replicato lo stesso post, con lo stesso contenuto ma con un'altra forma, per aggirare il blocco automatico di Meta: "È solo l'inizio habibi, inshallah presto finisci come lvi a Loreto". L'utilizzo della "v" al posto della "u" e il riferimento a piazzale Loreto sono piuttosto espliciti, mentre la parola araba "habibi" può essere tradotta come "mio amore", un metodo per gabbare l'algoritmo ed evitare il blocco. I commenti dei sodali, ovviamente, non si sono fatti attendere: "Dai Matte, allora la prossima volta veniamo a casa tua", "Merda d'uomo", "Salvini attento, fischia ancora il vento".
Il ministro Salvini ha replicato poco dopo agli insulti: "Chiedere il rispetto della legalità, come nel caso della vergognosa interruzione del traffico ferroviario l'altro giorno a Bologna a opera dei soliti noti, procura non solo insulti ma anche sgradevoli minacce in nome di Allah". Quindi, il vicepremier aggiunge: "Non mi faccio certo intimorire, ma stiamo assistendo a numerosi segnali preoccupanti, anche nelle università. Servono massima vigilanza e zero tolleranza contro questi delinquenti e anche contro quel radicalismo islamico, violento e pieno di rancore, che mina dall'interno la nostra società e ne disprezza valori e fondamenti".
Il ministro conclude con una "provocazione" alle opposizioni, solitamente poco reattive in queste situazioni: "Vediamo quanti attestati di solidarietà arriveranno da sinistra, ma non mi illudo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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