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ISLAM

Freddezza, o aperta contrarietà. Così è stato accolto l’auspicio del cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, sull’apertura di nuove moschee. «Luoghi di preghiera in tutti i quartieri della città», ha detto venerdì l’arcivescovo. Il leader leghista Umberto Bossi, nel corso di un incontro a Gemonio, ha commentato con un laconico: «Rimpiango monsignor Maggiolini», vescovo di Como, per qualcuno «nordista», senz’altro attento ai sentimenti della gente. «Bisogna stabilire il diritto dei popoli ad avere la propria storia, non è che buttiamo giù le nostre chiese per fare la moschee», ha concluso Bossi.
La sinistra sceglie il silenzio, il centrodestra non ha cedimenti. La Lega ha proposto una moratoria sui nuovi luoghi di culto islamico. E oggi bolla il messaggio dell’arcivescovo come un riflesso ideologico: «Spiace vedere che il cardinale si pone come uno degli ultimi baluardi del cattocomunismo» ha commentato il ministro Roberto Calderoli. Alleanza nazionale, con il suo reggente, Ignazio La Russa, ribadisce la sua linea: «Un referendum consultivo nel territorio dove si immagina di fare la moschea». «Nessuno - ha detto il ministro della Difesa - mette in dubbio la libertà di culto, ma non vuol dire che possano sorgere moschee se non sono nel luogo giusto e necessario».
L’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, ha fatto ricorso all’ironia. In una lettera propone a Tettamanzi di promuovere una raccolta di somme per la costruzione delle moschee.

«Qualora non si reperiscano i fondi - prosegue Cossiga - la Diocesi di Milano potrebbe cedere alcune delle chiese», e magari «concedere per alcuni giorni alla settimana lo stesso Duomo». «Ci potrebbe scappare il titolo di Grande imam onorario d’Italia». Alla fine la proposta più provocatoria: «Far recitare le preghiere rituali dal muezzin da uno dei pinnacoli del Duomo».

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