Israele dà case agli sfollati e riceve insulti

Israele dà case agli sfollati e riceve insulti

A caval donato non si guarda in bocca. La massima non deve valere per quel gruppo di mirandolesi che hanno offeso lo Stato di Israele «colpevole» di aver offerto alla cittadina martoriata dal sisma quattro casette mobili per neonati. La campagna antisionista e per certi versi antisemita esplode sul profilo Facebook della città dei Pico a margine della visita in Italia di Avigdor Lieberman, vice premier e ministro degli Esteri israeliano.
Arrivato in Italia lunedì, come prima tappa della sua visita istituzionale Lieberman ha voluto toccare con mano una delle città più provate dal terremoto. Ma non si è presentato a mani vuote. Lieberman ha donato, a nome dello Stato mediorientale, 50mila euro e 4 strutture mobili che verranno utilizzate come «Isola nido» per neomamme e i loro bambini dato che l’ospedale è inagibile.
Un gesto di generosità, tra l’altro il primo indirizzato nella cittadina della Bassa da parte di un governo estero, nato sull’onda degli aiuti italiani dopo l’incendio sul Monte Carmelo nel 2010. Eppure, la notizia non ha infiammato gli oltre 5mila membri del gruppo che segue sul social network il Comune in ginocchio.
Non appena è stata «postata» la notizia i primissimi commenti sono stati da bollino rosso: «Io le rifiuterei» (le casette ndr), «case da guerrafondai? Mai». Altri: «Che se le tengano». E ancora: «Le diano ai palestinesi che affamano e uccidono» o addirittura: «Doni sporchi di sangue». E ancora, la stessa demagogia utilizzata anche per la visita del Papa: «Tutto questo dispendio di polizia e scorte che paghiamo noi per questo signore?». Insomma, il tenore ha preso da subito una piega pericolosa.
Razzismo? O forse il solito antisionismo in chiave filo palestinese tipico della sinistra, che qua è spalleggiata a volte anche da molte amministrazioni che anche in passato hanno cercato consensi con il mito dell’antimperialismo? «Imbecilli, ogni bestia fa il suo verso». Così l’ufficio stampa del Comune e moderatore del profilo ha spiegato al Giornale la decisione di oscurare i commenti negativi, applicando una censura resasi indispensabile per le gravi offese al Governo che hanno messo in serio imbarazzo l’amministrazione con un ministro estero, che si era preso persino l’incomodo di venire personalmente.
Ma c’è di più. La notizia sarebbe passata inosservata se il Comune non avesse fatto riflettere in un successivo post sulla sproporzione tra l’interesse manifestato dagli internauti verso la donazione israeliana e quello invece messo in campo qualche giorno prima sulla generosità di Biagio Antonacci. «Abbiamo postato il gesto di generosità di Biagio Antonacci (2 casette donate) e ci sono stati 1.520 “Mi piace“ e 1.956 “condivisioni“ (fino a ieri). Le quattro casette donate dallo Stato d’Israele sono state invece accolte - oltre che da offese - da 48 “Mi piace“ e 28 “condivisioni“. Troppo poco.
Così, subito dopo il pesante j'accuse, la reazione dei mirandolesi non si è fatta attendere. E sono piovute condanne sincere per quelle parole. C’è anche chi si è chiesto che cosa «hanno fatto per noi gli straricchi emiri arabi?» o chi invece si è limitato a ringraziare Lieberman perché «la madre dei talebani è sempre incinta». Ma tutto ciò soltanto dopo la miccia delle offese.


A preoccupare infatti è che l’unica donazione in terra emiliana da parte dell’unico Stato democratico del Medio oriente sia stata subito criticata e più in generale snobbata dai soliti sinceri democratici, aperti e tolleranti. Tranne con chi non la pensa come loro.

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