Niente estensione della no tax area fino a 12mila euro. Gli emendamenti alla legge di Stabilità firmati da Pdl e Pd sono stati «cassati» dalla commissione Bilancio del Senato, che li ha dichiarati inammissibili per difetto di copertura finanziaria. «Non siamo contrari per principio alla riduzione delle tasse sui redditi bassi - spiega il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta (Pd) - ma non ci sono i soldi». Portare al livello di 12mila euro l'area di esenzione fiscale costerebbe almeno 1 miliardo e 800 milioni.
Al contrario, il ministero dell'Economia è riuscito a reperire 1 miliardo per il rimborsi di crediti Iva a imprese, artigiani e professionisti. Circa 4mila imprese riceveranno i rimborsi entro le prossime settimane. Dall'inizio del 2013, sono stati rimborsati 10 miliardi a circa 39mila imprese. Una boccata d'ossigeno per il mondo dell'impresa, strozzato dall'altissimo prelievo fiscale.
La commissione Bilancio del Senato è ancora impegnata nella scrematura degli oltre 3mila emendamenti presentati dai partiti alla legge di Stabilità. L'obiettivo è di incominciare le votazioni nel pomeriggio di oggi, ma non è detto che ci si riesca. Fra le proposte cassate - in questo caso si potrebbe dire «insabbiate» - quelle, presentate sia dal Pd che dal Pdl, che riguardavano la cessione delle concessioni balneari (per capirci, la cosiddetta «vendita delle spiagge») mentre hanno superato l'esame sia la sanatoria per i ruoli emessi fino al dicembre 2012, sia l'aumento a 2.500 euro dei limiti per l'uso del contante (adesso siamo a 1.000 euro). Ammesso, a quanto riferiscono i senatori cinque stelle, anche l'emendamento che introduce il reddito di cittadinanza, coperto dall'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, la minore deducibilità degli interessi passivi da parte delle banche, l'aumento dell'imposizione sui giochi. Ammissibile, ovviamente, non vuol dire approvato: simili emendamenti di spesa difficilmente potranno superare la prova del voto. E sulla sanatoria delle cartelle Equitalia, il sottosegretario Baretta avverte: «Se solo assomiglia a un condono, il governo dirà no». Ma almeno sulle concessioni, il Pdl vuole andare avanti: «Dobbiamo dare certezze a 30mila imprese del turismo», osserva Renato Brunetta.
Restano in alto mare sia la tassazione sulla casa che il cuneo fiscale. Le distanze fra Pdl e Pd sulla tassazione immobiliare restano ampie. Il Pdl vuole sostituire la neonata Trise con un Tributo unico comunale (Tuc) dall'impatto limitato sulla prima casa, ridiscutendo anche la componente rifiuti (Tari nella nuova denominazione). Il Pd è disposto a ripristinare gli sconti a cifra fissa della vecchia Imu, ma non di più. Si prevedono scintille, e il compromesso appare tutt'altro che facile. Potrebbe andar meglio al cuneo fiscale. Sia il Pd che il Pdl sono favorevoli a restringere la platea dei lavoratori che avranno diritto allo sconto fiscale, al fine di rendere più sensibile il bonus in busta paga a parità di risorse stanziate. In realtà, il Pdl vorrebbe qualcosa in più da destinare a sgravi sul salario di produttività. «Sulla crescita ci aspettavamo di più», commenta sconsolato il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi.
Il governo sta alla finestra, e controlla con attenzione quanto accade in Senato. Presenterà i propri emendamenti in seguito, e saranno pochi. Il premier Enrico Letta ne annuncia uno sugli impianti sportivi. Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni è a Bruxelles per partecipare alle riunioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin. Ieri sera ha visto il commissario agli Affari economici Olli Rehn per discutere della legge di Stabilità e anche dei conti pubblici di quest'anno. L'Europa impone infatti un aumento delle accise se le coperture dell'eliminazione delle due rate Imu non sono garantite, e per il momento il finanziamento è piuttosto ballerino. «La Commissione Ue è preoccupata per l'elevato numero di emendamenti - dice Saccomanni - ma ho spiegato che è una parte normale del processo e che il governo è impegnato a mantenere i saldi».
Bruxelles ha inoltre deciso di aprire un'«analisi approfondita» sull'Italia, centrata sui rischi legati all'alto debito pubblico, alla disoccupazione e alla perdita di quote di mercato da parte delle nostre imprese. Siamo sempre sotto osservazione.
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