La Signora decide di non lottare un'altra volta: si sottomette all'anomala giustizia sportiva patteggiando tre mesi di squalifica per Antonio Conte, coinvolto nella vicenda del calcioscommesse dalle accuse di un pentito. L'accordo sarebbe stato raggiunto ieri tra i legali dell'allenatore bianconero e la Procura federale guidata da Stefano Palazzi. E lo stesso si farà con gli altri due bianconeri coinvolti nello scandalo. Patteggerà tre mesi anche Simone Pepe. Prospettive più pesanti per Leonardo Bonucci: almeno un anno fuori. La Juventus di fatto ha scelto la stessa strategia di sei anni fa nel processo per calciopoli: rischiava la serie C, accettò, o meglio «propose», la B con penalizzazione. La storia si ripete, adesso. Come anticipato da Il Giornale durante gli Europei. Conte avrebbe voluto lottare nelle aule del processo come fa in panchina. Anche i tifosi lo avrebbero voluto. La società campione d'Italia, invece, ha preso da parte il suo allenatore e lo ha riportato a più miti propositi perché patteggiare nella giustizia sportiva non significa ammissione di colpa come nel procedimento ordinario. Ma resta una via di fuga: scegliendo il dibattimento si sarebbe partiti da una richiesta minima di quattordici mesi, che mai avrebbe portato a una squalifica ridotta a «soli» novanta giorni. Come invece è successo nella trattativa definita ieri tra Palazzi e i legali di Conte. Un terzo dell'eventuale pena richiesta ridotto dalla scelta di patteggiare. Poi è stato strappato un ulteriore sconto. Quindi la carta della pesante sanzione accessoria: una multa salata. Probabile che a Conte venga anche chiesto di impegnarsi in iniziative «sociali»: la stessa cosa fece Recoba con l'Inter che patteggiò nella vicenda di passaportopoli. Ed ecco così i definitivi tre mesi di squalifica. Che dovranno essere sottoposti domani mattina alla commissione disciplinare che potrà dare il via libera. Se ci sarà, Conte uscirà dalla vicenda senza nemmeno entrare in aula. Comunque un «sacrificio» per il tecnico. Che aveva già ottenuto un successo nei deferimenti: nessun illecito sportivo, ma solo doppia omessa denuncia (Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena le gare) per le accuse di un suo ex giocatore ai tempi del Siena. Quindi i 23 testimoni portati dalla difesa di Conte sono stati ritenuti credibili non essendo stati deferiti. Però la procura federale crede anche al racconto di Filippo Carobbio sulla riunione tecnica in cui Conte avrebbe rivelato la combine. Una contraddizione per molti. Resta il fatto che sarebbe stato arduo attuare un'efficace strategia difensiva, che ha spazi di manovra ridotti e tempi ristretti.
Ora forse viene il difficile per la Juve perché dovrà spiegare ai suoi tifosi un altro compromesso che macchia la carriera dell'allenatore. Un'altra ombra aleggerà sulla storia del club che si era appena riscattato da calciopoli vincendo uno scudetto senza sconfitte. Si aggiunge un altro motivo di sfottò, anche se i reati risulterebbero commessi in un'altra società. E il clima è gia surriscaldato.
Lo confermerebbe anche il presunto giallo in costiera amalfitana. Il procuratore federale sarebbe stato aggredito verbalmente a Maiori da un gruppo di tifosi che chiedevano notizie. «Conte? Non meno di 6 mesi», avrebbe risposto Palazzi. La Figc ha smentito: «Non c'è stata nessuna contestazione, non è vero l'intervento di forze dell'ordine». Comunque sarà un inizio di campionato «caldo». In più ci si mette anche il destino. Che si diverte, e non poco. Conte, infatti, resterebbe fermo dal primo agosto al primo novembre.
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