L’orgoglio di Berlusconi: "Fiducia nei dirigenti Pdl"

Attestato di stima del Cavaliere ai responsabili del Pdl. Ma nel partito il clima tra le diverse anime resta teso

L’orgoglio di Berlusconi:  "Fiducia nei dirigenti Pdl"

Roma - In un partito in bilico co­me il Pdl, basta l’editoriale di Vit­torio Feltri con quel suo attacco alle «cariatidi», per far partire la contraerea. Ergo, il solito giro di telefonate per chiedere a Berlu­sconi di prendere le distanze. Co­sì il Cavaliere - che un «sì, va be­ne » non lo nega a nessuno- dopo essersi fatto andare di traverso la mattutina gita sul lago Maggiore in compagnia della figlia, detta una nota in cui è scritto quel tan­to c­he basta per provare a rassicu­rare una dirigenza perennemen­te sull’orlo di una crisi di nervi.

E pensare che l’ex premier crede­va di aver chiuso il caso nella riu­nione di venerdì scorso a Monte­citorio, ma evidentemente la diri­genza di via dell’Umiltà ha biso­gno di un continuo attestato di sti­ma e anche ieri che era domeni­ca, Berlusconi non si è potuto esi­mere. Senza ottenere però l’effet­to sperato se la giornata scorre «serena» con i big del Pdl a punta­re il dito contro il deputato sem­plice Giorgio Stracquadanio «reo» di aver fatto una intervista non troppo «amichevole» al Cor­riere della Sera . Insomma, la soli­ta zuffa. Al punto che pure una co­lomba come Paolo Bonaiuti ini­zia a temere che non si possa an­dare avanti cosi «ancora a lun­go ». dalle telefonate di protesta di questo o quel dirigente indigna­to per il « fuoco amico del Giorna­le ». «Continuo ad avere fiducia — si legge nella nota del Cavalie­re — in un gruppo dirigente con il quale ho combattuto cento batta­glie, affrontando vittorie e scon­fitte come sempre accade nella vi­ta. Distruggendo non si costrui­sce nulla. È rafforzando il nostro movimento che si può cambiare, innovare, aggregare forze giova­ni e nuove».

ancora: «Non pos­so­condividere le analisi distrutti­ve sul Popolo della libertà appar­se sabato sul Corriere della Sera e domenica sul Giornale . Galli del­la Loggia ha attaccato il gruppo dirigente del Pdl perché non sa staccarsi da me. Oggi (ieri, ndr ) Vittorio Feltri rovescia il discor­so: attacca me perché non saprei liberarmi del gruppo dirigente del partito». Insomma, «visto da versanti opposti, il risultato sa­rebbe comunque lo stesso: la di­sgregazione del Pdl e la crisi tota­le del centrodestra». La nota del Cav esce ad ora di pranzo, ma non sortisce l’effetto Lexotan sperato se per tutto il po­meriggio tiene banco l’intervista di Stracquadanio al Corriere del­la Sera mentre i «ragazzotti» dei formattori chiedono un «rinno­vamento a 360 gradi». Il deputa­to del Pdl descrive un partito do­ve a fare il bello e il cattivo tempo sono gli ex An. S’infuria Altero Matteoli: «Berlusconi e Alfano non mi sembra vengano da An e io faccio il tifo per loro». «Strac­quadanio — aggiunge — non sa di cosa sta parlando visto che nel­l’ultima riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl ho detto che dovevamo abbandonare la logi­ca del 70— 30 per cento come cri­terio di assegnazione delle nomi­ne ». Insomma, «la sortita di Stra­c­quadanio è immotivata ».

Causti­co Ignazio La Russa: «Stracqua­danio chi? Non l’ho letto, non lo leggo.... Lo farò quando alle ele­zioni ci saranno almeno dieci persone che lo voteranno». Più o meno sulla stessa linea Maurizio Gasparri che fa il verso a «Strac­quaquaraquadanio ». Come dire che è un «quaquaraqua». Decisamente più prudente Osvaldo Napoli che sceglie di astenersi da ogni commento.

«Meglio non alimentare polemi­che e gettare acqua sul fuoco», spiega il vice capogruppo del Pdl alla Camera. Eppure la nota di Berlusconi era inizialmente riuscita a rasse­rena­re il clima dopo che il centra­lino di Arcore era stato bersaglia­to

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