Roma Sarebbe facile squadernare l’album della nostalgia. Rievocare la centralità del vecchio Novantesimo Minuto di Maurizio Barendson e Paolo Valenti, le telecronache tennistiche di Giampiero Galeazzi e Guido Oddo, i racconti calcistici della Coppa dei Campioni con Bruno Pizzul, l’avventura di Azzurra in America’s Cup, magari il rugby con Paolo Rosi o il basket con Aldo Giordani. Sarebbe facile e forse improprio visto che lo sport è cambiato e non è tutto oro quello che luccica dentro le scatole dei ricordi.Di certo,però,la Rai sull’acquisto dei diritti sportivi ha ormai lanciato da tempo il comando di «indietro tutta ». E il rischio di una resa incondizionata, di una abdicazione dello sport in chiaro a favore delle pay-tv è ormai evidente.
L’elenco dei rifiuti, dei passi indietro, delle «scelte strategiche adottate per non cedere al ricatto di un mercato impazzito» è lungo e doloroso. Nel corso di pochi anni l’abbonato di Viale Mazzini è stato costretto ad abituarsi all’idea di non vedere più eventi che lo hanno accompagnato nel tempo. Certo resiste la nazionale di calcio, la Tim Cup, la Supercoppa italiana, quest’anno il Roland Garros. Ma l’arretramento è costante e ha attraversato gestioni diverse. Gli esempio sono noti.Sulle Olimpiadi la Rai ha scelto l’opzione dell’offerta ridotta rispetto a Sky con 200 ore di diretta rispetto alle 2000 di Sky.
E lo stesso è avvenuto per i Mondiali ( 25 partite su 64). Il motomondiale è perso da tempo. Da quest’anno viene cancellata la Champions League.
Dal 2007 l’America’s Cup.Così come si sono perse le tracce del Sei Nazioni e di Wimbledon. E poi, quest’anno, la madre di tutte le ritirate: i gol della serie A in chiaro, o meglio la loro primissima visione visto che in realtà l’acquisto dei diritti da parte di Cieloconsente sì al canale 26 del digitale di mostrare le reti tra le 18 e le 18.15, ma non intacca la loro successiva visione in un programma storico come 90˚ Minuto con il quale è impossibile competere in termini di ascolti.
Il punto,però,è che l’emorragia dei diritti potrebbe non essere finita. Da Viale Mazzini assicurano che il servizio pubblico farà di tutto per mantenere nel suo carnet la Formula 1 e il Giro d’Italia.Nei piani alti c’è anche chi adombra il sospetto che l’allarmismo messo in giro in queste ore faccia parte di una strategia mirata per svuotare l’azienda della sua capacità di trattativa,in tempi di drammatiche ristrettezze. Di fatto l’accordo con la Fia prevede che Sky da marzo 2013 trasmetta l’intero campionato del mondo e in aggiunta un canale in chiaro trasmetta 9 Gp in diretta e 11 in differita. La Rai, però, non ha ancora sciolto le riserve. Peraltro come ricordava il portale Sporteconomy, il potenziale pubblicitario è ottimo. Nell’ultima stagione la Rai pagava circa 36 milioni e ne incassava 15 di pubblicità diretta e altri 25 attraverso il traino sulla programmazione successiva. I costi, insomma, sembrerebbero ammortizzabili. Infine il ciclismo. La Rai è in trattativa con Rcs che gestisce il Giro d’Italia e non solo. Vorrebbe dimezzare la cifra stanziata portandola da 12 a 6 milioni. La Rai sostiene che il ciclismo non tira più come un tempo, da Rcs ribattono che è il servizio Rai ad essere obsoleto. A questo punto Sky starebbe valutando un’offerta e anche Mediaset ci starebbe facendo un pensiero. Le prossime settimane diranno se la Rai uscirà dall’angolo. Oppure se abbandonerà al proprio destino altri storici cavalli di battaglia della sua offerta sportiva.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.