Dicevano di aver abolito la povertà con il reddito di cittadinanza, ma il vero obiettivo dei grillini è abolire la ricchezza con la tassa sul lusso.
Mancato il primo bersaglio con Luigi Di Maio, ora torna Beppe Grillo e propone almeno il raggiungimento del secondo risultato. Sicuramente più agevole. Stavolta non c’è nemmeno bisogno di un annuncio dal balcone di Palazzo Chigi. Per lanciare l’idea dell’abolizione della ricchezza basta un post sul caro vecchio Blog. Una sparata come ai vecchi tempi, per vedere l’effetto che fa. E, chissà, c’è pure il rischio che Elly Schlein prenda sul serio la proposta del comico.
Bando alle involute discettazioni sul futuro del M5s. Stop con le riflessioni criptiche e addio al linguaggio da iniziati della Chiesa dell’Altrove.
Adesso Grillo fa sul serio. L’Elevato se ne esce con un titolo secco, che non si presta a interpretazioni. «Una tassa sui beni di lusso», si legge in testa al post sul Blog del fondatore dei Cinque Stelle. Il Garante si lancia in un ardito sorpasso a sinistra, ai danni della dem Schlein e del «suo» Giuseppe Conte. Grillo si premura perfino di procurarsi una base vagamente scientifica per la sua idea, che potrebbe sembrare astrusa, ma invece non è escluso che possa scaldare i cuori del nuovo Pd schleiniano e progressista, oltre che dell’avvocato di Volturara Appula.
«Tassare i ricchi, o almeno i prodotti che usano, potrebbe portare significativi benefici per il clima e la giustizia sociale», scrive Grillo con uno stile insolitamente cristallino. Poi continua, perentorio: «Lo dimostra uno studio pubblicato pochi giorni fa sulla rivista One Earth, realizzato da un team di cinque scienziati delle università di Leeds (Inghilterra) e Losanna (Svizzera)». E quindi Grillo elenca i mostri che stanno distruggendo il pianeta, ovvero «i prodotti di lusso, come automobili di lusso, yacht, gioielli e abbigliamento di marca». Non è dato sapere se l’Elevato si riferisca anche agli yacht su cui è stato pizzicato in vacanza varie volte durante il corso degli anni. Ad esempio a giugno del 2017. Quando il finanziere Davide Serra pubblicò sui social due foto di Grillo a bordo di una lussuosa imbarcazione insieme alla moglie Parvin, a scorrazzare in Sardegna. Secondo Serra il comico stava navigando in «un’area a massima tutela ambientale». Nello stesso anno il fondatore del M5s venne beccato a festeggiare il capodanno a Malindi, in Kenya, alla corte del diversamente francescano Flavio Briatore.
Grillo cita lo studio anglo-svizzero, a proposito dei beni e dei consumi che «vengono generati solo per lusso». Come «prendere un volo a lunga percorrenza durante le vacanze o guidare una Porsche decappottabile durante l’estate». Quindi la sentenza: «È la ricchezza che guida queste emissioni, non i bisogni umani fondamentali».
La soluzione è «sviluppare tasse sul carbonio efficaci e socialmente giuste». Grillo si autoaccusa: «Il 10% più ricco degli individui è responsabile di quasi la metà delle emissioni di gas serra».
Secondo gli scienziati «la carbon tax dei beni di lusso può contribuire in modo sostanziale agli obiettivi dell’Accordo di
Parigi». Abolire il lusso per salvare il clima. Ma Grillo va oltre e consiglia ai ricchi «di non acquistare, non avere, riutilizzare!». Il buon esempio lo darà lui: quest’anno andrà in vacanza su uno yacht di seconda mano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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