Che La7 sia in vendita è noto. E che interessi a diversi operatori anche. Ma che tra questi ci sia anche Mediaset è una sorpresa, riferita ieri dall'agenzia Radiocor che l'ha appresa da fonti finanziarie vicine al dossier. E va da sé che la sola idea che tanto il Tg di Mentana quanto i format guidati dai vari Formigli, Dandini fino a Santoro (per citare solo una parte dei transfughi della Rai meno simpatizzanti rispetto Berlusconi) possano finire sotto il controllo del Biscione è clamorosa. Dopodiché, tra l'idea e la realtà dei fatti, televisivi e finanziari, ce ne corre. Vediamo allora di che si tratta.
Mediaset ha realmente presentato una manifestazione d'interesse per la rete La7 al gruppo Telecom Italia, che la controlla (tramite Ti Media, anch'essa quotata in Borsa). Ma, in questa fase, le offerte non sono vincolanti: servono per guardare il dossier, fare qualche valutazione per poi, nel caso, intervenire in una fase successiva con un'offerta, quella sì, vincolante. Ecco perché c'è anche Mediaset, che certo non può permettersi - nell'ambito della tivù generalista in chiaro e in questo difficile momento della raccolta pubblicitaria - di ignorare del tutto un'operazione come quella della vendita di La7.
Soprattutto se sono vere le altre voci che circolano da qualche tempo, sulla nuova attenzione del gruppo Sky per il digitale terrestre, che potrebbe manifestarsi attraverso un'intesa con il gruppo Espresso (già titolare, tra l'altro, del canale nazionale 9, Deejay tv). La manifestazione non vincolante, in fondo, costa poco o nulla. Quindi a Cologno Monzese hanno deciso che è sicuramente meglio entrare nella partita. Poi si vedrà.
Anche perché i limiti antitrust che un tempo impedivano al gruppo Mediaset di crescere, oggi non valgono più: la concentrazione, nel nuovo sistema digitale, è permessa fino al 20% delle reti a diffusione nazionale. Si tratta di una sessantina di canali dei quali il Biscione non arriva a 10, intorno al 16% quindi.
Tecnicamente, secondo quanto si è appreso, Mediaset ha presentato una doppia manifestazione di interesse per l'acquisto degli asset Telecom: la prima riguarda l'emittente vera e propria, La7. La seconda - attraverso la controllata Ei Towers - concerne l'infrastruttura per le frequenze, cioè i multiplex (le piattaforme digitali su cui si emettono i canali, 6-7 per ogni multiplex). I soggetti che stanno guardando ala rete - nell'asta gestita da Mediobanca e Citigroup - sono oltre dieci tra cui il gruppo Cairo, Discovery Channel, Ben Ammar e ora Mediaset. Per i multiplex sono in corsa Ei Towers e gli spagnoli di Abertis, oltre ad alcuni fondi infrastrutturali o focalizzati sui media. Tra questi è presente anche un investitore asiatico. Hanno presentato manifestazioni di interesse per tutta Telecom Italia Media, tra altri, anche il fondo di private equity Clessidra.
L'asta sugli asset media del gruppo Telecom entrerà nel vivo a fine mese quando sono attese, entro il 24 settembre, le prime offerte concrete a carattere non vincolante: lì si vedrà chi dei numerosi soggetti interessati si farà concretamente avanti.
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