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L'affondo di Berlusconi: "Grillo è come Hitler Il Colle? Profondo rosso"

Il duro attacco al leader M5S e a Napolitano e le polemiche sulla giustizia: "Dico la verità". Il blitz a sorpresa nel centro a Cesano Boscone

L'affondo di Berlusconi: "Grillo è come Hitler Il Colle? Profondo rosso"

Strategia del martirio? Macché. «Dico la pura verità. E poi da quando le sentenze non si possono criticare?». Berlusconi sgombra il capo dalle dietrologie sulle sue ultime dichiarazioni. «Sentenza mostruosa, inventata, ridicola», sono le parole più recenti del Cavaliere sul verdetto Mediaset. Alcuni immaginano che dietro le sue critiche ci sia un lucido disegno: sfidare i giudici affinché revochino la blanda misura dei servizi sociali per commutarla nella pena più dura degli arresti domiciliari. In questo modo l'ex premier potrebbe rappresentarsi come vittima di una mostruosa ingiustizia, radicalizzare lo scontro con la magistratura e risalire nei sondaggi. D'altronde il tribunale di Sorveglianza lo scorso 12 aprile era stato chiaro minacciando: «Se diffamerà ancora dei magistrati, chiederemo la revoca dell'affidamento ai servizi sociali». Tutto calcolato, quindi? Nient'affatto. Berlusconi allarga le braccia: «Io non attacco i giudici. Dico soltanto la verità: quella sentenza non sta né in cielo né in terra. Sono innocente». Come a dire: valutino pure le mie dichiarazioni ma io mica posso dichiararmi colpevole se non lo sono.

Così il Cavaliere prosegue imperterrito nella sua campagna elettorale senza preoccuparsi troppo degli effetti che le sue parole potrebbero avere su di sé. Visita a sorpresa la comunità di Cesano Boscone che dovrebbe accoglierlo forse da venerdì e torna a parlare di giustizia a Mattino Cinque. Senza metafore: «La sentenza Mediaset è stata un altro colpo di Stato ed è stata utilizzata per cacciarmi dal Senato per rendermi incandidabile per 6 anni; ha tolto il leader del centrodestra e l'unico che riusciva a tenere insieme i moderati». Quindi: «L'attuale situazione in Italia è lontana da tutte le regole della democrazia».

È un fiume in piena, l'ex premier: «Il governo Renzi non è stato eletto dagli italiani, Renzi non è nemmeno stato candidato e dalla stanza del Pd è andato a palazzo Chigi e si regge sullo 0,37 di differenza tra Pd e Forza Italia, uno 0,37 non vero perché la sinistra è artista nei brogli». Poi mette i puntini sulle «i» e ricorda: «Renzi è tenuto in piedi al Senato da nostri senatori eletti sotto il simbolo del Pdl e che hanno tradito gli elettori passando ad essere stampella della sinistra». Chiaro riferimento ad Alfano su cui Berlusconi non vuole infierire e quando il conduttore gli mostra la foto dell'ex delfino lo liquida solo con un «andiamo avanti...».
Sulla foto di Grillo, invece, alza il tiro: «Gli italiani devono avere molta paura di Grillo, lo si vede da modo in cui organizza la sua setta - dice - Mi ricorda Robespierre ma anche Marx che con Lenin e Stalin ha creato il regime più sanguinario della storia. Ecco, Grillo è il prototipo di questi signori, Hitler compreso. Personaggi così vedono il nemico negli altri e lo distruggono anche fisicamente, impongono un regime dittatoriale».

Nessuna remora neppure su Napolitano, sulla cui foto commenta solo Profondo rosso. Poi spiega: «Super partes? Lo dirà la storia. I giornali di oggi titolano “Berlusconi attacca Napolitano”. Ma io ho solo detto la realtà delle cose; sono venuto a scoprire che lui spingeva Fini a spostare la maggioranza dall'altra parte mandando a casa il governo eletto dagli elettori; siamo venuti a scoprire che già nel giugno lavorava per un nuovo governo con Monti e quindi mandando a casa il governo scelto dagli elettori. Non so chi mi possa contraddire a riguardo». E ancora: «Sa benissimo che la sentenza Mediaset è infondata e ingiusta e gli ho detto in faccia che, in quanto garante della Costituzione, dovrebbe sentire il dovere morale di darmi la grazia».

Quindi torna sulla Merkel: «Aridatece Kohl - commenta - Io ero l'unico italiano che aveva il coraggio di contraddire le proposte di Merkel e Sarkozy ed ero l'unico che ci capiva di economia perché ero stato per 30 anni nella trincea del lavoro». Già, l'economia che ancora non va. Da qui l'affondo su Renzi: «Con lui “tassa ci cova”; le prime cose vere che ha fatto sono triplicare le tasse sulla casa.

Quegli 80 euro promessi saranno mangiati dalle tasse sulla casa a dicembre e dagli incrementi sulle tasse sui conti correnti».

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