L'altra grande sconfitta è la Rail'analisi 2

di F uori i partiti dalla Rai. È stato il leitmotiv di cui si sono riempiti per anni la bocca coloro che volevano riformare la tv pubblica. Ora i partiti se ne sono veramente andati, ma nel senso che hanno scelto altre reti per parlare agli elettori. Ieri sera, per il primo confronto tv tra i candidati del Pd, il servizio pubblico è stato Sky. E non la Rai. Una televisione privata, e non quella di tutti gli italiani chiamati a votare alle politiche. Si dirà: in questo caso è stato Bersani a snobbare le reti di Stato, preferendo un campo neutrale come la tv di Murdoch. Di più: alcune ricostruzioni imputano al segretario del Pd e al suo team di spin doctor la diabolica idea di scegliere i canali Sky (Skytg24 e Cielo, in chiaro) che hanno una minore audience piuttosto che Raiuno o Raitre per impedire al rivale numero uno, Renzi, di parlare a una platea più vasta e legittimarsi come vero sfidante davanti a milioni di persone. Una lettura confermata dai renziani (che volevano andare da Fazio Fazio, nel tondo). Che però non giustifica del tutto la Rai. Perché il segretario del Pd ha escluso viale Mazzini anche perché non voleva partecipare a trasmissioni connotate da un conduttore-mattatore come Porta a Porta di Vespa o Che tempo che fa di Fazio. Insomma, Sky è moderna (e veloce ad approfittare delle debolezze altrui) proponendo arene super partes e anglosassoni. La Rai arranca: dopo una settimana di silenzio, si è svegliata ieri rivelando di aver mandato un invito ai candidati a «non escludere la Rai, che vanta il maggior numero di ascoltatori, dalle possibili sedi di confronto tv». Invito ribadito dal consigliere Antonio Verro.

La tv pubblica si dice pronta a qualsiasi format e tempistica, su qualsiasi rete, primo canale compreso, con i direttori dei tg o altri giornalisti esterni a porre le domande. Intanto, Mentana ha già chiesto via tweet ai due sicuri «finalisti» (Renzi e Bersani) di fare il confronto su La7 in vista del possibile ballottaggio. Chissà chi la spunterà.

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