Una strage infinita, puntuale, come le giornate di sole e di mare calmo che mettono in moto le carrette dei mari. Un'altro naufragio, probabilmente altre vittime.
Un barcone con oltre 130 migranti a bordo (sembra siano tutti tunisini) sarebbe naufragato a una decina di miglia da Lampedusa dopo aver lanciato l'Sos con un telefono satellitare. L'allarme è scattato nel tardo pomeriggio di giovedì in seguito a una telefonata giunta alla Capitaneria di porto di Palermo. Uno straniero diceva di trovarsi a bordo di un barcone in difficoltà, un vecchio motopesca in legno di dieci metri su cui i clandestini, tra cui donne e bambini, erano stipati all'inverosimile.
Immediatamente sono state avviate le ricerche che sono proseguite tutta la notte e la giornata di ieri e a cui hanno partecipato oltre a Guardia costiera e Guardia di finanza anche navi della Nato, una italiana, una tedesca, l'altra turca. Sono oltre cinquanta le persone recuperate, molte erano riuscite ad arrivare a nuoto sull'isolotto di Lampione. Tre di loro sono stati ricoverate al Poliambulatorio di Lampedusa. Si tratta di due uomini, tutti giovani, ma le cui condizioni non sarebbero gravi, e una donna in stato di gravidanza. Niente da fare invece per un giovane, trovato annegato. Ma all'appello sembra manchino, ammesso che i racconti dei sopravvissuti siano esatti, circa un'ottantina di migranti.
La procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un'inchiesta: si procede per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e omicidio. Gli investigatori stanno tentando di individuare eventuali scafisti. Le indagini sono coordinate dal procuratore della Repubblica Renato Di Natale e dal sostituto procuratore Antonella Pandolfi.
Gli investigatori ipotizzano che le cose possano essere andate diversamente, e cioè che nessun barcone sia affondato: gli immigrati potrebbero essere stati accompagnati da una cosiddetta «nave madre» con a bordo gli scafisti, e poi essere stati o gettati in acqua - come è accaduto in passato - o lasciati vicino all'isolotto di Lampione.
Intanto i trafficanti» di uomini cercando sempre nuove «strade». Le rotte dell'immigrazione si spostano anche verso l'arcipelago delle Egadi. Otto immigrati, tre tunisini, quattro algerini e un marocchino, ieri sono stati bloccati a Marettimo, dai militari della Capitaneria di porto. L'allarme è scattato, la notte scorsa, intorno alle tre, quando sull'isola sono stati rintracciati tre extracomunitari che erano appena sbarcati.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.