
Tra la minaccia di nuovi scioperi e il pressing per tassare i ricchi, Maurizio Landini torna alla carica contro il governo. Il segretario della Cgil venerdì si recherà a Palazzo Chigi per un vertice sulla manovra e in conferenza stampa ha anticipato le sue richieste, partendo da un grande classico: un contributo di solidarietà dalle "grandi ricchezze", ovvero i contribuenti sopra i due milioni di euro. La richiesta del sindacalista è un'aliquota all'1,3 per cento: "Si tratta di 500 mila contribuenti. Il gettito sarebbe di 26 miliardi l'anno".
Le reazioni non si sono fatte attendere. Forza Italia ha stroncato la proposta con il capogruppo in Commissione Bilancio a Palazzo Madama Dario Damiani: "Puntuale come un orologio svizzero, a ridosso della discussione sulla manovra il leader della Cgil Landini rilancia la proposta di una patrimoniale. Ed è praticamente certo che il Pd di Elly Schlein la accoglierà con favore. Penalizzare chi lavora, crea ricchezza e occupazione e investe nel futuro del Paese è, da sempre, l'ossessione della sinistra. Ma colpire il patrimonio significa scoraggiare l’impresa, bloccare la crescita e punire il merito. Forza Italia è e sarà sempre contraria a qualsiasi tassa. Le imposte vanno ridotte, come stiamo facendo. Non c'è davvero bisogno di inventarne di nuove per alimentare una visione ideologica e fallimentare dell’economia".
Tornando alla conferenza di Landini, il sindacalista ha ribadito di essere pronto a insistere con le mobilitazioni: "Andremo all'incontro di venerdì a palazzo Chigi sulla manovra per avanzare le nostre richieste e, se non saremo ascoltati, valuteremo insieme a tutte le altre organizzazioni sindacali cosa è necessario mettere in campo per portare a casa risultati e per cambiare le politiche economiche e sociali che in realtà stanno aumentando le disuguaglianze e stanno portando il nostro Paese a sbattere".
Dopo aver stroncato i risultati del governo - "l'unico dato dell'occupazione in crescita è quello relativo a chi ha più di 50 anni, perché non si va più in pensione" - per quanto concerne il fisco Landini ha invocato "la restituzione del drenaggio fiscale 2022-2024 e la neutralizzazione di quello futuro, il rinnovo dei contratti nazionali e la detassazione degli aumenti dal 1 gennaio 2026, e la piena perequazione delle pensioni con il rafforzamento e l'estensione della quattordicesima". E ancora: "La progressività e la capacità contributiva devono essere i pilastri di una vera riforma, quindi stop a flat tax, condoni e concordati, prelevando le risorse dove sono, cioè extraprofitti, profitti, rendite, grandi ricchezze, aggredendo l'evasione".
Il segretario della Cgil è entrato in tackle anche sull'aumento delle spese per la difesa. "Noi pensiamo che la spesa al 2% come oggi è per la Difesa e le armi è più che sufficiente, e contestiamo il fatto che le decisioni prese in Europa non c'entrano nulla con la costruzione di un sistema di difesa europeo" l'indicazione del sindacalista: "Si tratta di un vincolo economico senza precedenti. Davvero qualcuno pensa che se nei prossimi 10 anni spendiamo 900 miliardi per le armi abbiamo soldi per potenziare la sanità? È una scelta che apre la strada a tagli e privatizzazione di servizi che invece devono essere pubblici".
Tornando agli scioperi, Landini ha bacchettato i componenti dell'esecutivo rei di aver "non solo minacciato chi ha scioperato ma anche hanno detto che non capiscono il perché delle manifestazioni, perché la situazione del Paese non è mai stata così bella".
Poi l'affondo: "Ora, tra la propaganda e la realtà c'è differenza: ci vuole rispetto per chi sciopera, perché chi lo fa dice che le politiche economiche e sociali non vanno bene, e perché il diritto alla pace va rimesso al centro".