
La svolta tanto attesa per la pace a Gaza è arrivata ieri nel primo pomeriggio quando le truppe di Maurizio Landini, segretario capo della Cgil, hanno occupato tratti delle tangenziali di Milano e Bologna. È stato allora che i palestinesi asserragliati nella Striscia hanno potuto tirare un sospiro di sollievo dopo mesi di sofferenze: grazie Landini, si torna a vivere. Fuori di stupida metafora qualcuno deve spiegare che diavolo c'entrano le tangenziali di Milano e Bologna con Gaza, che cosa c'entra mettere blocchi di cemento sui binari (è accaduto anche questo) per fermare i treni, che se poi il macchinista non si accorge in tempo ci scappa pure il deragliamento. La domanda è: chi volevano punire Landini e i suoi seguaci? Giorgia Meloni? Non passava di lì; il ministro degli Interni Piantedosi? Era nel suo ufficio al Viminale; Netanyahu? Si trovava a quattromila chilometri. Le uniche vittime di tanto ardore sono stati i cittadini italiani rimasti intrappolati, che a contarli sono infinitamente di più dei pur non pochi scesi per le strade. A me pare tutto assurdo, tanto più che la giornata - piuttosto che pro Palestina la definirei pro Landini - è costata al Paese, tra una cosa e l'altra, quasi un miliardo di euro, di questi tempi non proprio due noccioline. Un miliardo bruciato sull'altare della Cgil, non certo della pace. E poi da che pulpito si parla di pace quando nei cortei si scandivano slogan di odio e issavano cartelli tipo: "Meloni, Tajani e Salvini farete la fine di Mussolini", il che denota pure una crassa ignoranza, visto che l'Italia fascista, ironia della sorte e della storia, versò al Gran Mufti di Gerusalemme, che guidava la rivolta del popolo palestinese contro le forze militari della Gran Bretagna e contro l'immigrazione ebraica, circa 138.000 sterline, una somma di tutto riguardo per quei tempi. Fascista, semmai, è chi a sinistra vorrebbe reintrodurre le fasciste leggi razziali per impedire agli ebrei di girare liberamente per le strade con la kippah in testa, alla nazionale di calcio israeliana di giocare in Italia, agli studenti ebrei di dire la loro (ma anche di stare nelle nostre scuole).
Caro Landini, studi, perché le sembrerà paradossale, ma oggi, in punta di storia, essere antifascisti significa fare il contrario del fascismo, cioè stare contro Hamas e al fianco di Israele, possibilmente senza buttare miliardi per paralizzare il Paese.