RomaLa lettera è arrivata ieri sulla scrivania di Giorgio Napolitano, e reca una firma pesante, dal punto di vista istituzionale, quella dell'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti.
Una lettera fuori dall'ordinario, nella forma (che - scrive lui stesso - è soprattutto quella di una «preghiera», naturalmente laica, alla prima autorità dello Stato), ma anche nei contenuti: caro Giorgio, nomina Marco Pannella senatore a vita.
Con Rita Montalcini, scrive Bertinotti, «l'Italia ha perduto una personalità l'ha interpretata nella sua anima più preziosa, scientifica, culturale e civile insieme», e il Senato «ora ha un vuoto». Come riempirlo? «Nel suo ultimo, solenne discorso di fine anno agli italiani», ricorda l'ex presidente della Camera, Napolitano «ha parlato di una delle tragedie del nostro paese, quella delle carceri: la vita inumana loro e delle persone che ne hanno cura; lo stato di intollerabile illegalità che le avvolge». Una tragedia sulla quale, denuncia Bertinotti, «non c'è alcuna innocenza invocabile: siamo tutti colpevoli. Tranne qualcuno». E quel qualcuno è Marco Pannella, che «da tempo mette in gioco il proprio corpo per salvare, con la vita delle persone in carcere, l'onore della Repubblica».
L'appello accorato di Bertinotti, sul quale piovono via Facebook migliaia di «mi piace» in poche ore, viene reso pubblico proprio nel giorno in cui il leader radicale lancia il simbolo della sua lista, per ora fuori da ogni coalizione, con la rosa radicale e la scritta «Amnistia, giustizia e libertà». Una lista nella quale hanno accettato di candidarsi, come atto di testimonianza, le personalità più diverse: da don Mazzi, al direttore di Tempi Luigi Amicone, dal filosofo Biagio De Giovanni, agli attori Giorgio Albertazzi e Ricky Tognazzi, da Giorgio Forattini a Liliana Cavani a Vittorio Feltri.
Il Quirinale tace, i ben informati fanno notare che difficilmente Napolitano userebbe il proprio potere di nomina negli ultimi mesi del proprio mandato (l'ultimo senatore a vita è stato, un anno fa, Mario Monti). Ma dai social network arrivano adesioni all'appello: «Senatore a vita, sempre e solo Marco Pannella, storia della politica italiana!», twitta Ornella Vanoni. Applaude l'ex spin doctor di D'Alema, Claudio Velardi: «Pannella senatore a vita sarebbe il coronamento di importanti battaglie, e per Napolitano la conclusione migliore della sua presidenza». Favorevole il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, che parla di «un'esistenza spesa per i diritti civili». Anche l'Huffington Post raccoglie consensi e dubbi. Si schiera pro-Pannella un ex Ppi che lo ha spesso combattuto, come il Pd, Beppe Fioroni: «Negli ultimi cinquanta anni ha rappresentato nel paese la battaglia per i diritti civili. Non condivido molte delle cose che dice, ma per lo stile e l'onestà intellettuale merita grande rispetto e attenzione». «Una delle candidature più meritate», si entusiasma la bersaniana, Alessandra Moretti. Favorevole anche la Pdl Elisabetta Gardini: «Abbiamo amato Pannella pur lottando su un versante opposto, e non sarei contraria alla sua nomina».
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