Come coreografia era molto originale. Anche troppo. Il problema è che gli spettatori non l'hanno gradita. Soprattutto quelli animalisti. Così Jan Fabre, regista teatrale e scenografo belga, classe 1958, proprio nella sua città natale, Anversa, ha fatto il classico autogol, anzi, un inedito... autogatto. La performance da lui organizzata sulle scale del Municipio prevedeva una scena clou in cui un gruppo di persone (non si sa bene con quale intento e finalità artistica) lanciava in aria dei gatti. Alcuni mici, ricadendo a terra, vuoi perché sorpresi dall'idiozia umana, vuoi perché non allenati a ricoprire il ruolo di stuntcat, hanno subito qualche ammaccatura.
Nulla di grave, ma tanto è bastato a causare la stizzita (e manesca) reazione del pubblico. Qualcuno avrebbe voluto lanciare in aria Fabre e soci, al posto dei poveri animali. Altri, più semplicemente, lo hanno schiaffeggiato seduta stante. La trovata di Fabre avrebbe dovuto far parte di un vero e proprio film celebrativo della sua carriera, ma, per così dire, in incognito. Nessuno dei funzionari che aveva dato il via libera alla kermesse sapeva di quella singolare variante. L'assessore al benessere degli animali (ad Anversa esiste un assessore con questo ruolo) Luc Bungeneers e l'associazione animalista «Gaïa» hanno presentato due denunce contro l'artista. Il permesso per le riprese è stato rilasciato dall'ex amministrazione socialista, sostituita recentemente dalla nuova giunta di destra che lo scorso ottobre ha vinto le elezioni comunali. Forse anche in fiammingo esiste un proverbio del tipo «chi è causa del suo mal, pianga se stesso». In ogni caso, Fabre ha presto messo la coda fra le gambe. «Mi dispiace tanto che i gatti siano caduti male - ha dichiarato al canale televisivo olandese VRT -. Mi scuso con gli animalisti. Non era mia intenzione fare del male ai felini. Comunque tutti i gatti stanno bene».
Poi, lamentandosi del graffiante linciaggio mediatico di cui è stato fatto oggetto (gli sarebbero arrivate 20mila e-mail di insulti) è passato al contrattacco prendendosela con alcuni presenti che avrebbero strumentalizzato l'esperienza artistica: «Ho l'impressione - ha concluso - che qualcuno abbia voluto fare del sensazionalismo e abbia esagerato». In inglese, quando piove forte sul serio, si dice «it's raining cats and dogs». Ma non ditelo a Fabre. Altrimenti la prossima volta tocca ai cani.
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