Due settimane fa ha fatto rumore quello che è stato definito come un "assalto fascista" presso il liceo Leonardo da Vinci di Genova durante un'occupazione. Si erano alzati allarmi di pericolo e perfino la politica si era spesa per condannare l'intrusione durante una (illegale, va detto) occupazione notturna scolastica. Eppure, alcuni dettagli non hanno convinto gli investigatori fin dal primo momento, tanto che le indagini hanno portato a una verità, ancora una volta, discordante. La Digos ha effettuato le perquisizioni a casa di 9 soggetti, due dei quali di seconda generazione e solo due da poco maggiorenni, nessuno dei quali legato ad ambienti politici.
Il blitz è avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 ottobre e i 9, tutti imputabili, sono attualmente accusati di violenza privata, danneggiamento aggravato, imbrattamento, possesso di oggetti atti a offendere, accensioni ed esplosioni pericolose. Le occupazioni dei collettivi di sinistra nei licei italiani sono diventati una costante in ogni periodo dell'anno e in questo momento storico il pretesto è la guerra in Medioriente. Nel momento in cui è avvenuto l'assalto, nella scuola era in corso proprio una festa a supporto della guerra a Gaza e alcuni dei presenti sono riusciti a filmare gli autori del blitz. Queste immagini, unite a quelle delle telecamere di sorveglianza dell'esterno, hanno permesso alle forze dell'ordine di identificare gli indumenti indossati, che infatti sono stati sequestrati nelle abitazioni durante le perquisizioni.
I 9 sono di estrazione sociale diversa, alcuni provengono dai quartieri residenziali della città, altri dalla periferia ma sono tutti accomunati dallo stile "maranza", come viene ormai identificato per semplicità. Sono studenti, alcuni delle professionali alcuni di altri licei della città, e sono soliti ritrovarsi sulle scalinate di Brignole. Sarebbe però sbagliato considerarli una "banda", perché quella messa in atto al Leonardo da Vinci sarebbe solo un'azione estemporanea. Stando alle indagini, pare anzi che il gruppo sia stato invitato all'interno della scuola dagli occupanti per la festa ma che, per i comportamenti "sopra le righe", siano poi stati allontanati. A quel punto sarebbe scattata in loro la voglia di vendetta con un blitz vandalico che ha preso di mira la struttura scolastica.
"Ricordo perfettamente le reazioni a caldo di quei giorni, con Alleanza Verdi e Sinistra Genova che aveva parlato di 'gravissima incursione fascista', CGIL Genova che ancora una volta si era fatta prendere la mano parlando di 'intimidazioni fasciste'. Il consigliere regionale Orlando del Pd, aveva addirittura parlato di 'un salto di qualità nella violenza dell'estrema destra'. Per Armando Sanna del Pd si trattava di 'aggressione fascista'. Di 'raid squadrista' invece, parlava la senatrice Raffaella Paita. Così come 'aggressione squadrista' è stata la narrazione portata avanti per giorni da qualche organo di stampa", ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Stefano Balleari. "La perquisizione è avvenuta a poche ore dalla notizia della condanna a 4 mesi di lavori socialmente utili per l'ex sindacalista che si è inventato l'aggressione nell'aprile scorso a Sestri Ponente. Anche in quella occasione, fui uno dei pochi, se non l'unico, a condannare la violenza di stampo politico a prescindere dalla provenienza, ma chiedendo di attendere gli sviluppi delle indagini prima di definire la matrice dell'aggressione. Ieri ed oggi è capitato a sinistra, domani, potrebbe capitare anche a destra. Il mio, vuole essere un monito per la politica di oggi e quella di domani", è la conclusione di Balleari.