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L'autopsia: «Massacrata da 20 coltellate»

Ha lottato sino alla fine, strenuamente, per salvarsi la vita. Fabiana Luzzi nonostante le oltre 20 coltellate ricevute al torace, all'addome ed alla schiena, il dolore, le energie sempre più scarse per il sangue che le usciva, quando ha visto il suo fidanzato-carnefice tornare da lei con una tanica di benzina in mano, ha capito quali erano le intenzioni del ragazzo ed ha reagito. Ha raccolto tutte le forze che le erano rimaste, si è rimessa in piedi ed ha tentato di togliere la tanica di mano dal ragazzo per rovesciarla a terra. Ma fiaccata dalle ferite, è crollata nuovamente sul sentiero polveroso dove è stata definitivamente uccisa dalle fiamme appiccate dal giovane.
A riferire l'ennesimo particolare agghiacciante di una già storia di per se già terribile è stato lo stesso ragazzo nel corso dell'interrogatorio cui è stato sottoposto nella notte tra sabato e domenica nella caserma dei carabinieri di Sibari. I medici hanno accertato che il numero delle coltellate inferte alla ragazzina, alcune delle quali giunte in profondità, sono state ben più di 20, ma anche che nessuna di queste ha leso organi vitali. E proprio il coltello a serramanico usato dal diciassettenne per colpire la giovane è l'unico elemento che ancora manca all'appello. Il ragazzo al momento si trova in un centro di accoglienza minorile di Catanzaro e non nel carcere per i minori. L'udienza di convalida non è stata ancora fissata e, a questo punto, dovrebbe tenersi mercoledì prossimo. Uno dei suoi legali, l'avvocato Giovanni Zagarese, ha riferito che il giovane «è provato e turbato per un fatto così grave di cui sta assumendo consapevolezza giorno dopo giorno». Dopo l'autopsia sono stati gli amici di Fabiana a voler portare, a spalla, la salma della giovane, fino a casa sua. Le esequie saranno celebrate oggi alle 16.30 nel palazzetto dello sport col rito dei testimoni di Geova. «Anche lui è una povera vittima» ha detto la madre di Fabiana durante l'incontro con l'arcivescovo Santo Marcianò. Davanti agli amici, sul balcone di casa grida: «Fabiana quanta gente ti voleva bene, solo uno ti odiava.

Come era bella mia figlia ora non posso più vederla, devo solo ricordarla attraverso di voì».

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