Lavezzi fugge dall'Italia con una statua di Pompei

Parigi val bene una messa ma non una statuetta dell'antica Roma. Hanno beccato Ezechiele, non il Lupo e nemmeno il tenente Sheridan di memoria antica come la statuetta. Trattasi di Ezechiele Lavezzi, artista argentino del football, trasferitosi, un anno fa, dal golfo di Napoli alla rive della Senna in cambio di una tour Eiffel di euro, milioni ventisette, versati dagli emiri del Qatar al nostro Aurelio De Laurentiis.
Ma, stando alle notizie di agenzie e alle operazioni della guardia di finanza, Lavezzi avrebbe commesso un fallo da cartellino rosso all'aeroporto di Capodichino quando, per una segnalazione «anonima», i militi hanno provveduto a ispezionare il bagaglio dell'argentino trovando, tra abiti e effetti personali, una statuetta, reperto archeologico che, stando alla perizia tecnica eseguita dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, è «un frammento di terracotta pertinente ad un'antefissa-elemento di decorazione di un tetto- databile tra l'1 A.c. e l'1 D.C.». Lavezzi, secondo il racconto de Il Mattino di Napoli, avrebbe spiegato agli uomini delle fiamme gialle di aver ricevuto in dono da un conoscente quella statuetta di cui ignorava l'origine.
Lavezzi si porta appresso, da bambino, il soprannome di El Pocho in memoria del suo cagnolino el pocholo scomparso improvvisamente ma adesso ha la coda tra le gambe, non sapendo da che parte andare. Anche perché a Parigi sta accadendo di tutto, si è dimesso il capo del football, Leonardo, sta per arrivare Cavani, ex sodale di Ezechiele al calcio Napoli, Ibrahimovic avrebbe voglia di salutare la ville lumière e lo stesso Lavezzi ha capito che vedi Napoli e poi paghi, come era accaduto al suo grandissimo compatriota Diego Armando Maradona di cui si ricordano i gol fantastici ma anche le pendenze multimilionari con il fisco italiano e napoletano, in breve venti milioni di euro. Certo è singolare, e puzza di vendetta, il fatto che qualcuno si sia ricordato della statuetta antica soltanto al momento della partenza di Ezechiele da Napoli su volo privato e non prima, nei cinque anni di permanenza sotto il Vesuvio.
Sono i casi della vita oppure si tratta, come penso, di una ribellione di qualche tifoso che si è sentito tradito?
A pensar male non si fa peccato ma Lavezzi è particolarmente jellato, non ha buona suerte: a Napoli fu rapinata in strada la sua compagna Yannina, a Parigi e a Buenos Aires gli hanno svaligiato le case con irruzioni armate alla presenza dei parenti tutti, insomma è una esistenza difficile per questo talento che tiene la testa bassa quando gioca,corre e dribbla, come prevedendo le bastonate.
Per completare la nuvola nera che lo sta accompagnando non va trascurata l'indagine delle nostre procure sul passaggio di Lavezzi dal Napoli al Paris Saint Germain, con movimento non del tutto chiaro di denaro e coinvolgimento di procuratori e consulenti.
Al museo di Manchester, nelle scorse settimane, è scoppiato il caso della statuetta egizia che si muove creando il panico, oltre ai sospetti, tra i visitatori e gli studiosi; ma la statuetta di Lavezzi, seppur ferma, sta provocando uguale trambusto e qualche risata a Napoli e a Parigi, Louvre compreso.


Già i francesi ci hanno portato via Monna Lisa, non è il caso, ora, di ricorrere a un artista argentino per sottrarci un'opera della Roma antica.
Giù le mani dalle nostre cose e da Lavezzi che ha già mille guai per la cabeza.

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